LA NOTTE DI PINO DANIELE, FESTA AL SAN CARLO. DE PISCOPO: “SEMPRE UNITI”

Alle 19 al San Carlo anteprima del film “Il tempo resterà” diretto da Verdelli Parterre con numerosi musicisti

“IO e Pino siamo stati uniti fino alla fine – dice Tullio De Piscopo durante la video intervista con il regista Giorgio Verdelli sulla pagina Facebook di Repubblica Napoli – insieme stavamo immaginando nuove canzoni in napoletano. Un disco insomma. Pieno di ritmo, poesia e umanità. Ma il destino ha i suoi giochi e ora siamo orfani di un artista immenso. Ho sempre pensato di essere troppo perfezionista. Ma in Pino ho trovato qualcuno che andava oltre me: non passava giornata senza che studiasse nuove soluzioni compositive con la sua magica chitarra”.
Un autentico torrente, De Piscopo. Parla, ed è una mareggiata docile che sommerge. Con allegria. La stessa alleria che questa sera percepirà il pubblico tra i velluti del San Carlo. Nel lirico napoletano, dalle 19 in collaborazione con la Regione Campania, la proiezione di gala di “Pino Daniele – Il tempo resterà”, docufilm con la regia di Giorgio Verdelli che da domani a mercoledì 22 uscirà nelle sale di tutta la penisola in 300 copie. Distribuzione di Nexo Digital con il sostegno di RaiCinema e Mibact. Verdelli – che realizzò già lo special tv “Unici” – stavolta celebra l’arte sonora di Daniele con un lungometraggio che vede alla voce narrante l’attore/regista Claudio Amendola.
“Ho preferito un artista romano a uno napoletano e di prestigio per far comprendere quanto la musica di Pino abbia saputo formare più generazioni. E se un cittadino di Roma diventa così fan di un “rivale” napoletano, il riassunto della storia è presto detto”.
Il documentario – che non è un biopic – è un viaggio nella antologia di Pino Daniele tra album di studio e tournée, pellegrinaggi sul Crazy Bus anni ’80 e scene ambientate in un bus di linea di Napoli, ribattezzato “Vai mo”. Conducente eccellente è l’attore Enzo Decaro e passeggeri doc i musicisti della superband: Tullio De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoruso e Tony Esposito. Tutti attesi stasera, assieme ai familiari del musicista morto a gennaio 2015. Non saranno nel parterre le superstar internazionali: Wayne Shorter – che con Daniele esegue una straziante “Maggio se ne va” – Eric Clapton – nel docufilm tanti frammenti del loro concerto a Cava de’ Tirreni – Al Di Meola – in una scena con lui, Daniele esprime tutto il suo gioioso imbarazzo – e Phil Manzanera dei Roxy Music. Assenti anche Vasco Rossi, Stefano Bollani, Jovanotti, Clementino, Ezio Bosso.
Certa la partecipazione degli attori Massimiliano e Gianfranco Gallo e Cristina Donadio, del coreografo Luca Tommassini. Quindi Lina Sastri, lo scrittore Maurizio de Giovanni; Peppe Lanzetta (nel film interpreta la poesia “Hey Pino”) e Enzo Gragnaniello: ed è merito di questi ultimi se il film esplode con un paio di momenti esilaranti.
“Pino ha espresso in musica la sua profonda sofferenza d’infanzia – ribadisce De Piscopo – i guai agli occhi, una solitudine familiare. La voglia di riscattarsi. Ricordo una sera a casa sua a Roma: attico e superattico nel quartiere Prati. Ci affacciammo fumando sigaro e sigarette e Pino, guardando nei giardini in basso, mi fece: “Là, quante notti ho dormito laggiù. Su quelle panchine senza una lira”. E poi mentre mi cucinò i manfredi con la ricotta: “Tullio te piac’? Questa ricotta la vende il salumiere che mi dava i panini gratis, quand’ero giovane”. Sono storie che dicono i sacrifici che si fanno per fare la musica che desideri. Avevamo gli occhi di tigre. Gli occhi di chi deve lottare e lo fa assecondando il suo ritmo. Come dice quella canzone: “a vita è nu muorz’ ca nisciuno te fà dà” …”. Tullio, il concertone allo stadio San Paolo con tutti i musicisti che hanno collaborato con Pino si farà quest’estate o nel 2018? “Mai dire mai”. Vai a decifrare il codice dei musicisti. Vai mo. “Pino era un genio”.Il documentario – che non è un biopic – è un viaggio nella antologia di Pino Daniele tra album di studio e tournée, pellegrinaggi sul Crazy Bus anni ’80 e scene ambientate in un bus di linea di Napoli, ribattezzato “Vai mo”. Conducente eccellente è l’attore Enzo Decaro e passeggeri doc i musicisti della superband: Tullio De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoruso e Tony Esposito. Tutti attesi stasera, assieme ai familiari del musicista morto a gennaio 2015. Non saranno nel parterre le superstar internazionali: Wayne Shorter – che con Daniele esegue una straziante “Maggio se ne va” – Eric Clapton – nel docufilm tanti frammenti del loro concerto a Cava de’ Tirreni – Al Di Meola – in una scena con lui, Daniele esprime tutto il suo gioioso imbarazzo – e Phil Manzanera dei Roxy Music. Assenti anche Vasco Rossi, Stefano Bollani, Jovanotti, Clementino, Ezio Bosso.
Certa la partecipazione degli attori Massimiliano e Gianfranco Gallo e Cristina Donadio, del coreografo Luca Tommassini. Quindi Lina Sastri, lo scrittore Maurizio de Giovanni; Peppe Lanzetta (nel film interpreta la poesia “Hey Pino”) e Enzo Gragnaniello: ed è merito di questi ultimi se il film esplode con un paio di momenti esilaranti.
“Pino ha espresso in musica la sua profonda sofferenza d’infanzia – ribadisce De Piscopo – i guai agli occhi, una solitudine familiare. La voglia di riscattarsi. Ricordo una sera a casa sua a Roma: attico e superattico nel quartiere Prati. Ci affacciammo fumando sigaro e sigarette e Pino, guardando nei giardini in basso, mi fece: “Là, quante notti ho dormito laggiù. Su quelle panchine senza una lira”. E poi mentre mi cucinò i manfredi con la ricotta: “Tullio te piac’? Questa ricotta la vende il salumiere che mi dava i panini gratis, quand’ero giovane”. Sono storie che dicono i sacrifici che si fanno per fare la musica che desideri. Avevamo gli occhi di tigre. Gli occhi di chi deve lottare e lo fa assecondando il suo ritmo. Come dice quella canzone: “a vita è nu muorz’ ca nisciuno te fà dà” …”. Tullio, il concertone allo stadio San Paolo con tutti i musicisti che hanno collaborato con Pino si farà quest’estate o nel 2018? “Mai dire mai”. Vai a decifrare il codice dei musicisti. Vai mo. “Pino era un genio”.

La Repubblica

Torna in alto