Amici e le accuse di censura. La risposta social della redazione: «Solo i malpensanti possono credere…»

La redazione di Amici risponde con un comunicato alle accuse di censura. Nei giorni in programma Amici di Maria De Filippi, è stato accusato di censura dopo il taglio di un brano durante un’esibizione di danza. A seguito delle numerose polemiche, dai canali social del talent è arrivato un messaggio che fa chiarezza sulla questione.

“Amici”, accuse di censura: la risposta social del talent di Maria De Flippi

Polemiche ad Amici, accusato di censura. La diatriba nasce con il brano “Malafemmena”, utilizzato nel passo a due fra Mattia e Francesca Tocca. La canzone sarebbe stata tagliata proprio nelle parti in cui viene pronunciata la parola “malafemmina”, ma la redazione del programma ha deciso di mettere in chiaro la situazione: «In questi giorni – si legge in un post dall’account social del programma – circola un’assurda polemica tra web e carta stampata, sull’eventualità che ad Amici si sia sentita l’esigenza di censurare la canzone di Totò, Malafemmena. Una canzone che ad Amici è stata eseguita mille volte nel corso degli anni, con o senza la strofa contenente la parola malafemmena. Nella circostanza a cui si riferisce la polemica, il brano è stato tagliato a circa un minuto o poco più, come è d’abitudine per l’esecuzione delle coreografie. E di fatto, sia per stare nel tempo richiesto che per mantenere integra la melodia che tutti conosciamo, sono venute via due strofe centrali, oltre che la fine del brano».

La parola poi era stata tranquillamente pronunciata da Raimondo Todaro per introdurre il numero di danza: «Solo i malpensanti possono credere che si sia deciso di tagliare la parola malafemmena che però, nel frattempo, viene annunciata proprio introducendo la coreografia… “Francesca esegue una coreografia sulle note di Malafemmena”. Quindi secondo i critici, tagliamo la parola ma la utilizziamo per introdurre il brano. Saremmo quindi censori e cretini… Nulla di grave, però rimane una questione aperta. Se il curatore del progetto Totò Poetry Culture, Gianni Valentino (che ha dato il la alla polemica), può incappare in un sonoro errore, come è possibile che esimi giornalisti si prendano la briga di scrivere paginate sull’argomento senza nemmeno controllare l’accaduto? Come diceva Totò, “la vita è fatta di cose reali e di cose supposte: se le reali le mettiamo da una parte, le supposte dove le mettiamo?”…».

Danilo Barbagallo, leggo.it

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