Occhipinti, produttore di ‘Sulla mia pelle’, si dimette da presidente Anica per polemica Netflix

A sei giorni dall’uscita in sala e contemporaneamente su Netflix del film su Stefano Cucchi, il produttore e distributore scrive una lettera spiegando le ragioni delle sue dimissioni: “le molte tensioni tra gli esercenti che lo hanno programmato (pochi) e quelli che hanno scelto di non farlo (molti)”

A sei giorni dall’uscita nelle sale e contemporaneamente su Netflix, il film Sulla mia pelle, che racconta gli ultimi giorni della vita di Stefano Cucchi, morto all’ospedale Sandro Pertini di Roma il 22 ottobre 2009 in seguito alle percosse ricevute dopo l’arresto, il suo produttore e distributore Andrea Occhipinti ha scelto di dimettersi da presidente dell’Anica, nella sezione Distributori. Nella lettera che accompagna le sue dimissioni Occhipinti spiega: “Ho deciso di dimettermi perché la nostra scelta di distribuire Sulla mia pelle di Alessio Cremonini in contemporanea nelle sale e su Netflix ha creato molte tensioni tra gli esercenti che lo hanno programmato (pochi) e quelli che hanno scelto di non farlo (molti). II successo del film ha aumentato queste tensioni. Nonostante esistessero dei precedenti in Italia e ci sia un acceso dibattito a livello internazionale, non voglio che una scelta puramente aziendale venga considerata come una posizione della sezione distributori dell’Anica, visto il mio ruolo. Per non creare ombre o imbarazzo ai miei colleghi, ritengo quindi opportuno lasciare la carica di Presidente”.Nei giorni seguenti la Mostra del cinema di Venezia, dove due film prodotti da Netflix Roma di Alfonso Cuaron e La ballata di Buster Sgruggs dei fratelli Coen sono stati premiati, si è accesa la polemica tra gli esercenti che hanno critica la Mostra per aver invitato dei film che non saranno proiettati in esclusiva in sala. Contemporaneamente poi si è innescato un altro dibattito che riguardava invece proprio la programmazione del film con Alessandro Borghi nel ruolo di Cucchi, perché in giro per l’Italia sono state organizzate alcune proiezioni pubbliche e gratuite in cui associazioni, collettivi universitari e spazi autogestiti hanno infatti deciso che i vincoli imposti dal copyright non valgono quanto la necessità di divulgare e informare il pubblico su una storia come questa. Così, si è scelto di andare oltre la censura di Facebook e le (legittime) segnalazioni di Netflix e Lucky Red con una proiezione per duemila persone a La Sapienza.Occhipinti prosegue nella sua lettera: “Cinemaundici e Lucky Red hanno deciso di produrre questo film prendendosi interamente il rischio imprenditoriale, con il solo contributo del tax credit previsto dalla Legge Cinema. Tutto il resto è venuto dopo, a film finito. Abbiamo avuto l’occasione di portare un’opera prima italiana in 190 paesi del mondo; siamo noi che abbiamo lottato affinché fosse possibile portarlo anche al cinema, per chi lo ha realizzato, per la storia che racconta, per l’importanza della visione condivisa, che solo la sala cinematografica può offrire.Sulla mia pelle è un film straordinario, apprezzato a tutti i livelli, dalla critica cinematografica più esigente e da un vastissimo pubblico; un film che ha il raro dono di unire il cinema vero all’impegno civile, dimostrando di avere una forza senza precedenti. Per tutte queste ragioni è un unicum, e di conseguenza è unica la situazione in cui il film si è venuto a trovare. Lo dimostra il successo che ha avuto nelle sale nonostante tutti potessero vederlo su Netflix e malgrado le affollatissime proiezioni pirata organizzate su tutto il territorio nazionale. Sulla mia pelle non segna l’inizio di una nuova modalità distributiva: tutti i film Lucky Red rispettano e rispetteranno le finestre di sfruttamento. La centralità della sala cinematografica non è mai stata messa in discussione”. Il film ha la più alta media per sala di tutti i film attualmente in programmazione, il dato di oggi è di 464 per una diffusione in circa cinquanta sale sul territorio nazionale.”Di fronte ai giganteschi cambiamenti globali (che impattano inevitabilmente sulle abitudini e i gusti del pubblico) non si tratta di erigere barricate, ma di contribuire a guidare le trasformazioni nella filiera del cinema e dell’audiovisivo, nei rapporti con l’esercizio, i broadcaster e le nuove piattaforme”. È con queste parole che il presidente Anica Francesco Rutelli, la presidente dei Produttori Francesca Cima, il presidente delle Imprese Tecniche Ranieri De Cinque, i vicepresidenti Tilde Corsi e Richard Borg commentano congiuntamente le dimissioni di Andrea Occhipinti dalla carica di presidente della Sezione Distributori dell’Anica sottolineando che Occhipinti “va ringraziato per l’ottimo lavoro svolto in cinque anni, nell’interesse di realtà produttive molto importanti per l’industria del cinema e dell’audiovisivo”.

repubblica.it

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