Realtà aumentata, app, cuffie in-ear: ecco come saranno i concerti del futuro

Effetti speciali intelligenti, smart glasses, suono localizzato, interattività, sostenibilità: la tecnologia sta per cambiare i live. Purché non si dimentichi che un’esperienza è reale solo se è condivisa

Shaun Clair ha visto il futuro del rock’n’roll: è un maiale in 3D. È dagli anni ’60 che la società fondata dal nonno, la Clair Global, finisce gli impianti audio agli artisti che fanno grandi tour, da Elton John ai Rolling Stones fino alla riproposizione di The Wall da parte di Roger Waters. Ecco, la domanda è: come sarà il The Wall del futuro con le tecnologie che si stanno imponendo come l’intelligenza artificiale, i nuovi effetti luce, i robot, i laser?

La prima cosa che dice Clair è che nei concerti del futuro ascolteremo la musica direttamente da cuffie in-ear tipo AirPods. Significa che quando l’aereo si schianterà sul palco all’inizio di The Wall l’effetto «sarà percepito come autentico» da tutti gli spettatori indipendentemente da dove siedono. Ora, provate a immaginare di indossare dei Google Glass o simili quando arriva il maiale. «Al posto di essere un oggetto fisico manovrato a distanza com’è oggi sarà riprodotto attraverso le lenti degli smart glasses. E quindi potrebbe esplodere in mille pezzi oppure venirti vicino e dirti: “benvenuto allo show, preparati a quel che verrà”».

Per certi versi, non c’è nulla come un caro vecchio concerto con zero effetti speciali, da vedersi pigiati un club, di quelli che ti godi in modo viscerale, senza alcuna intermediazione. Ma a livelli ben più grandi, gli esperti prevedono nuovi modi per godersi un’esperienza live. I supertecnici che mettono in piedi i concerti stanno lavorando per rendere l’esperienza più grandiosa, più audace, più immersiva. Effetti un tempo relegati al cinema verranno usati nelle sale da concerto, sul palco, persino sopra le teste degli spettatori.

La pausa causata dal Covid ha permesso ai tecnici di riflettere sulle prossime mosse, che vanno dalla realtà aumentata alla realtà estesa. «Per via della pandemia sono stati recuperati progetti che erano stati messi da parte», spiega il concert designer Cory Fitzgerald, che ha lavorato a lungo per Silent House e si è occupato di recente di show virtuali per livestream e programmi tv.

Nuove tecnologie che Fitzgerald pensava sarebbero state implementate nell’arco di due o tre anni potrebbero diventare realtà nel giro di qualche mese. È stata ad esempio messa a punto una versione degli MTV Video Music Awards in realtà estesa. Sarebbe stata sperimentata nell’edizione 2020 se non ci fossero state le restrizioni dovute al Covid.

Ecco i cambiamenti che ci aspettiamo di vedere nel mondo dei concerti da qui a una decina d’anni.

Visual intelligenti

Fino a oggi i visual erano preregistrati. L’intelligenza artificiale permetterà loro di entrare in azione in modo autonomo, reagendo a quello che succede sul palco. Nell’ottobre 2020 gli XR Studios hanno collaborato con Moment Factory per mettere in piedi lo show online di Billie Eilish, «che era live al 100%», spiega Fitzgerald. Il suo team è stato il primo a sperimentare eventi multicamera senza alcunché di preregistrato.

Lo show di Eilish rappresenta lo stato dell’arte e un assaggio del futuro. I professionisti della musica live usano da anni sensori termici, tracciamento e telecamere Kinect, ma «nell’ultimo anno si è registrata un’accelerazione spaventosa. Il costo è sceso di molto, l’usabilità è migliorata, ora è tutto più conveniente e accessibile». Quando il cantante si muove in una certa direzione o suscita una certa reazione nel pubblico o tocca una determinata nota, l’intensità o il colore di un effetto potrebbero cambiare. Persino l’intensità degli applausi del pubblico potrebbe innescare un diverso effetto. Col risultato che i fan potrebbero vedere ogni sera uno show differente.

Il futuro davanti agli occhi

Per quanto riguarda i trucchi in 3D, molto si può fare con occhiali speciali, una tecnologia che secondo Fitzgerald sta arrivando. Immaginate di indossare smart glasses mentre Lady Gaga canta Rain On Me e vedere la pioggia cadere dall’alto. «La realtà aumentata è il futuro», assicura Baz Halpin, CEO di Silent House. «Avrà l’impatto degli iPhone. E se arriverà nei concerti, finiremo per usarla nelle strade, la mappa per lo Starbucks più vicino ci apparirà direttamente davanti agli occhi».

«La tecnologia era quasi pronta alla fine del 2019», spiega Fitzgerald, aggiungendo che «il 5G aumenterà la velocità» [di trasmissione dei dati]. L’idea è che il pubblico utilizzi degli occhiali collegati ai telefoni, così da vivere di persona la stessa esperienza in realtà aumentata disponibile a chi vede un concerto in streaming. Questo tipo di tecnologia ha un altro vantaggio: è versatile. «Teoricamente, potresti esibirti allo Staples Center e trasmettere i tuoi movimenti altrove, in streaming in un mondo digitale», dice Halpin.

I concerti in cuffia

Aziende come Clair stanno lavorando a una tecnologia che permetterà al pubblico di ascoltare il concerto direttamente in cuffia, per una maggiore definizione acustica. «Con l’arrivo della realtà aumentata negli show, sarà incredibilmente utile», dice Clair. «Vivranno l’impatto dell’impianto e la definizione assicurati dalle cuffie». Perché si possa usare questa tecnologia, però, ci vorranno anni.

Nel frattempo, pionieri come Meyer Sound stanno sviluppando sistemi che faranno arrivare il suono direttamente dai musicisti e non dall’impianto audio che si trova sopre le loro teste. «Se sei tra le prime file di un concerto rock, la voce del cantante ti arriva dall’ampli che sta a 25 metri sopra la tua testa», dice Tim Boot di Meyer, che ha lavorato a diversi grossi show, tra cui il tour negli stadi di Ed Sheeran. «Non voglio ascoltare la voce di Ed che viene da sopra, la voglio sentire direttamente da lui. Il suono localizzato lo renderà possibile. È una sfida difficile, ma entusiasmante».

È un tema controverso quanto la realtà virtuale, perché le cuffie e i visori «finirebbero per isolarti», dice Daniel Jean di Moment Factory, azienda con l’obiettivo di realizzare le visioni degli artisti senza estraniare i fan. «L’impatto collettivo ed emotivo di uno show è importante», dice Tarik Mikou, anche lui di Moment Factory. «Un’esperienza è reale solo se condivisa. È giusto aggiungere un livello, magari con degli occhiali, ma dev’esserci un equilibrio tra realtà e tecnologia».

Il palasport in camera da letto

La produzione musicale è oggi alla portata di tutti grazie a software come Logic, Ableton, Pro Tools, Garage Band. Allo stesso modo anche il graphic design e l’animazione 3D sono sempre più accessibili. Se Billie Eilish può registrare il disco dell’anno nella sua cameretta, lo stesso può succedere con il design di un palco.

Halpin dice di non aver mai ricevuto «così tante e-mail da sedicenni». I designer non hanno più bisogno di una laurea o di esperienza in una grossa casa di produzione, come succedeva vent’anni fa. Ora che il settore si è aperto a nuove possibilità, i visual che di solito ci aspettiamo da uno show in uno stadio potrebbero apparire anche a teatro e nei club.

I concerti in Fortnite di Marshmello e Travis Scott sono stati assemblati grazie all’Unreal Engine 4, un motore grafico per creare videogiochi che permette di elaborare anche concerti da vedere di persona. I software, insomma, sono sempre più completi e semplici da usare.

Ma se Unreal è stato concepito da giocatori per giocatori, Notch FX è stato sviluppato specificamente per i concerti. Così dice Matt Swoboda, che ha lavorato nel reparto ricerca & sviluppo di Sony Playstation: «Se guardi ai tour più grossi di un periodo normale, scoprirai che Notch è usato in almeno due terzi dei casi». Il caso più notevole è il Simulation Theory Tour dei Muse.

App’n’roll

Durante l’Experience + Innocence Tour, i fan degli U2 potevano scaricare un’app che, dopo aver inquadrato il palco col telefono, permetteva di vedere vari effetti spettacolari. È probabile che in futuro vedremo sempre più spesso cose del genere. Come dice James “Winky” Fairorth, CEO della società di costruzione palchi Tait, «porta a un altro livello, è una forma di intrattenimento offerta durante un altro intrattenimento».

Le app dei concerti potrebbero diventare sempre più interattive. Durante la pandemia, il pubblico del concerto online dei Jonas Brothers poteva chiedere canzoni con un sondaggio e inviare effetti visivi. In un certo senso, erano i fan a dirigere lo show. E le possibilità potrebbero aumentare, consentendo a tutti di scegliere il finale di un concerto come in un’avventura dai finali multipli. «Cerchiamo sempre di aggiungere interattività e rendere il pubblico parte dello show», dice Mikou. «Abbiamo cominciato con la gente che indossava braccialetti luminosi. Ma quello era solo il primo passo».

Palchi riciclati e sostenibilità

Per decenni, i palchi e l’attrezzatura dei tour più grandi erano di proprietà degli artisti che li conservavano in un magazzino. Oggi, però, considerando i problemi del nostro pianeta, riutilizzare elementi dei palchi altrui sembra un’opzione più che accettabile.

Dopo un tour, dice Fairorth di Tait, «vedo 300 camion pieni di materiali che abbiamo usato: acciaio, palchi, carrelli, roba che finirebbe in discarica. In fin dei conti, affittare è più conveniente anche per gli artisti. Io riciclo tutto il possibile. I musicisti saranno sempre più preoccupati del loro impatto ambientale».

L’utilizzo sempre più diffuso delle luci a LED potrebbe dare un contributo, dato che non si scaldano e consumano meno. In più, la realtà aumentata potrebbe richiedere palchi meno elaborati. «La sostenibilità è un tema sempre più importante», dice Fitzgerald. «Le nuove tecnologie influiscono sull’ambiente? È meglio creare una scenografia virtuale che una di materiale non riciclabile? Ci sono un sacco di domande a cui dare risposta, domande che non ci eravamo mai posti prima».

Anche gli ascensori idraulici e le gru che si usano negli stadi e nelle arene stanno diventando più leggeri, sicuri e confortevoli. Gli artisti potranno «esplorare e divertirsi di più», dice Fairnorth. Nel frattempo, i proiettori sono più luminosi e gli schermi a LED più nitidi. Anche se gli artisti non voleranno fisicamente sopra la vostra testa, l’effetto sarà quello.

Rollingstone.it

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