Luca Marinelli sarà «Diabolik» per i Manetti Bros.?

Il «Re del terrore» potrebbe essere interpretato al cinema dal celebre attore di «Jeeg Robot». Nel cast, anche Miriam Leone nel ruolo di Eva Kant e Valerio Mastandrea in quelli dell’ispettore Ginko

La Rete è in subbuglio e poco importa se l’ufficialità tardi ancora ad arrivare: stando alle ultime indiscrezioni, pare che il nuovo Diabolik firmato dai Manetti Bros, già vincitori del David di Donatello per Ammore e Malavita, sarà Luca Marinelli, uno degli attori più versatili del nostro cinema, capace di passare dal registro comico a quello drammatico con uno schiocco di dita. Insieme a lui, Miriam Leone nel ruolo di Eva Kant e Valerio Mastrandrea in quello dell’ispettore Ginko. Un trittico d’autore per un film che è anche uno dei titoli più attesi della 01 Distribution per il 2020.

Secondo Il Piccolo di Trieste, i due registi napoletani gireranno le ultime scene del loro Diabolik in autunno, fra la Stazione Marittima e il caveau della Fondazione CrT. Clerville sarà, con ogni probabilità, ricostruita fra Milano e Bologna, nel pieno degli anni Sessanta, periodo storico scelto dalle sorelle Giussani come cornice del «Re del terrore», quello che gira in calzamaglia armato di pugnale e con la sete dei gioielli. Prodotto da Monpracem, Rai Cinema e in collaborazione con Astorina, il film dovrebbe concentrarsi sul primo incontro fra Diabolik ed Eva, un mix «oscuramente romantico» come ha avuto modo di definirlo Marco Manetti.

Il celebre ladro dei fumetti, che sarebbe dovuto essere protagonista di una serie mai prodotta su Sky, ha avuto un’unica rappresentazione al cinema nel ’68, con John Phillip Law nei panni del protagonista, Marisa Mell in quelli di Eva Kant e Michel Piccoli in quelli di Ginko. Dirigeva Mario Bava, con un budget a chilometro zero che, fra le location, contava Roma, il litorale laziale e la grotta azzurra di Capri. La speranza dei Manetti è quella di creare un buon prodotto trascendendo la formula sempre più usata delle serie tv: «Il cinema è una forma d’arte più libera di una serie tv. L’incontro con Mario (Gomboli ndr) ha creato i presupposti per fare di Diabolik un grande film, i tempi per farne una serie saranno maturi quando si permetterà a Diabolik di essere quello che è. La sua anima sta nell’essere episodico, come Spider Man per intenderci. Ce ne stiamo accorgendo noi stessi, Diabolik cresce insieme a chi lo scrive».

Mario Manca, Vanity Fair

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