“Alex Garland sul film ‘Civil War’: Un possibile scenario”

In una scena chiave del film “Civil War” di Alex Garland, l’aspirante fotoreporter di guerra Jessie elenca con ammirazione le credenziali della sua eroina, la veterana Lee (interpretata da Kirsten Dunst). Lee è stata testimone e ha documentato il “massacro di Antifa”, un evento ambiguo che suggerisce una violenta divisione nell’America immaginaria del film. Questo riferimento, sebbene intelligente, rimane sfumato: non è chiaro se i manifestanti antifascisti siano stati massacrati o se siano stati loro stessi responsabili del massacro. Questo dettaglio ambiguo e palindromo, che dice molto e niente allo stesso tempo, riflette la natura enigmatica del film nel suo complesso.

“Civil War” presenta uno scenario spaventoso e intrigante, ma si rifiuta di esplorarlo appieno. Ambientato in un futuro non distante dal nostro presente, il film dipinge un’America dilaniata dalla guerra civile, con un presidente autoritario che si appresta a prendere il controllo del paese. Le fazioni ribelli del Texas, della California e forse anche della Florida sono in guerra con l’esercito fedele al presidente, mentre giornalisti vengono giustiziati e città come Philadelphia e New York sono teatro di violenza e terrore.

Garland preferisce restare sul vago per evitare di affrontare direttamente questioni politiche attuali, ma questo approccio lo rende distaccato e privo di profondità. Il film si concentra sull’aspetto visivo della guerra, presentando una serie di scene che ritraggono la vita durante i disordini. Tuttavia, manca un approfondimento dei personaggi, che rimangono opachi e poco sviluppati. Anche le motivazioni dei protagonisti e la dinamica sociale sono delineate in modo confuso, lasciando lo spettatore disinteressato al loro destino.

Nonostante ciò, ci sono momenti in cui il film riesce a creare una tensione palpabile, come nell’incontro con un soldato interpretato da Jesse Plemons, marito di Dunst. Questa sequenza offre uno sguardo su un aspetto più oscuro e reale della guerra, ma purtroppo rimane isolata e non viene adeguatamente approfondita nel contesto generale del film.

“Civil War” si conclude senza fornire alcun epilogo o sintesi delle ambiguità presentate, lasciando il pubblico con più domande che risposte. Questa freddezza e superficialità nel trattare temi così importanti rende il film una delusione, nonostante il suo potenziale. Alla fine, il pubblico esce dalla sala con la sensazione di aver assistito a un’opportunità mancata, piuttosto che a una riflessione significativa sulle implicazioni di una guerra civile.

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