Corona resta in carcere e deve scontare di nuovo anche i 5 mesi di affidamento terapeutico

È diventato realtà il peggiore degli scenari per Fabrizio Corona, rientrato in carcere lo scorso 25 marzo. L’ex re dei paparazzi dovrà restare in cella per via del provvedimento del Tribunale di sorveglianza di Milano che gli ha revocato oggi l’affidamento terapeutico per curarsi dalla tossicodipendenza. Gli era stato concesso per scontare le pene residue delle precedenti condanne. Nel computo della pena, Corona torna quindi di fatto al punto di partenza: anche i cinque mesi già trascorsi in affidamento non sono stati ritenuti validi perché l’ex paparazzo ha violato le prescrizioni imposte dal giudice, e andranno quindi ricontati da capo e sommati al resto.

A chiedere la revoca è stato l’avvocato generale Nunzia Gatto, numero due della Procura generale milanese. Bocciata così la richiesta Andrea Marini e Antonella Minieri di un nuovo affidamento terapeutico con una serie di restrizioni, tra cui la frequentazione costante di una comunità. Tra i comportamenti finiti nel mirino del magistrato anche quello nei confronti di Riccardo Fogli: Corona aveva parlato di un presunto tradimento della moglie dell’ex cantante dei Pooh durante la trasmissione L’isola dei famosi in tutto deve scontare ancora sei anni e 7 mesi di reclusione, che però grazie ai benefici penitenziari concessi ai detenuti per buona condotta, potrebbero ridursi a tre anni e l’ex re dei paparazzi potrebbe tornare in libertà nel 2022.

La «ripresa» del «percorso» in carcere è la «soluzione non solo necessitata ma anche adeguata» al «livello di consapevolezza» di Corona, scrive il Tribunale di Sorveglianza di Milano, un programma terapeutico fuori sarebbe per lui «inadeguato», date le continue violazioni delle regole. L’Avvocato generale in udienza tre giorni fa aveva parlato di «delirio di onnipotenza» da parte dell’ex “re dei paparazzi”.

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