DOC – Nelle tue mani 2, la fragilità di Gabriel è (anche) la nostra

La decima puntata della fiction di Rai1 prodotta da Lux Vide ci fa toccare per mano un malessere psicologico che potrebbe benissimo essere il nostro

Attenzione: l’articolo contiene spoiler sulla decima puntata di DOC – Nelle tue mani

La rappresentazione della fragilità in televisione è qualcosa di ancora molto fumoso perché è come se la serialità faticasse a trovare il modo migliore per renderle giustizia: o è bianco o è nero, o è dramma inestricabile o malessere temporaneo al pari di un semplice mal di testa. Nel momento in cui milioni di persone di tutto il mondo sono costrette a fare i conti con gli strascichi psicologici che il Covid ha portato nelle loro vite, è lodevole che DOC – Nelle tue mani abbia deciso di affrontare di petto il problema e di farlo non solo con grande sincerità, ma anche con rispetto e verità. Il personaggio di Gabriel, brillantemente interpretato da Alberto Malanchino, si è misurato, infatti, con le crisi di panico dettate da una condizione di stress che lo ha portato a perdere i punti di riferimento e a cercare di capire in quale direzione andare per guarire e stare meglio. Lì dove credeva che i farmaci avrebbero risolto ogni cosa, è intervenuto il supporto psicologico per cercare di mettere ordine nella sua vita e capire l’origine del problema, ma qualcosa non è andata per il verso giusto.

Si credeva che il problema di Gabriel fosse esclusivamente la rottura con Elisa (Simona Tabasco), e che sarebbe bastato riconciliarsi con lei per porre fine alle crisi di panico – una diagnosi fin troppo ottimistica visto che, chi le conosce, sa bene che le crisi di panico hanno bisogno di un training molto lungo per essere superate del tutto -, ma ciò che ci era sfuggito era la massima crisi legata allo scoppio del Covid nel reparto di DOC – Nelle tue mani, quando Gabriel è stato costretto ad assistere alla morte della moglie etiope che la famiglia aveva scelto per lui consumandosi dal senso di colpa perché, se non fosse stato per lui, la ragazza non sarebbe andata a Milano e non sarebbe andata incontro a un destino così infausto. Da qui un peso incombente che si è fatto sempre più grande nel suo cuore fino alla soluzione più estrema: fingere di essere positivo al Covid lasciando il reparto da solo nel tentativo di riprendersi e di ricomporre i pezzi del puzzle.

Come sappiamo, la situazione con il passare del tempo non è migliorata, e ha portato Gabriel a un malessere così bruciante da spingerlo a tentare un gesto estremo mettendo in allarme tutti i colleghi, da Andrea Fanti alla stessa Elisa, che non si erano resi conto di quanto soffrisse e stesse male. In questo, DOC – Nelle tue mani ha fatto centro ancora una volta: dopo averci portato per mano tra le corsie maledette del marzo 2020, il viaggio emotivo e psicologico intrapreso da Gabriel si è dimostrato una scelta coraggiosa perché, in fondo, quel viaggio emotivo e psicologico è anche il nostro. Nonostante i social ci ripetano quanto sia importante accettarsi così come siamo, la verità è che viviamo ancora nell’epoca dell’infallibilità che non sembra tollerare né la fragilità estrema, che ha bisogno dei suoi tempi per acquattarsi, né la richiesta di aiuto perché, in fondo, ognuno ha i suoi problemi e non è giusto monopolizzare l’attezione degli altri. DOC, nel decimo episodio, ci ha fatto capire che, seppur in maniera diversa, lo stato di Gabriel sarebbe potuto essere il nostro, mostrandoci non solo la sofferenza, ma anche quella via di uscita che tutti meriteremmo di scorgere all’orizzonte.

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