L’amarcord di “90 Special” sorprende ed insidia l’ammiraglia Mediaset

La trasmissione nostalgica fa il botto su Italia1

Nicola Savino, conduttore della trasmissione

Succede davvero raramente che Italia1, in prima serata, vada a insidiare la rete ammiraglia di casa Mediaset. E invece, per una sera, l’emittente giovanile del Biscione è arrivata a sfiorare gli ascolti di Canale5. E non è successo con un evento live, magari una partita di calcio (l’unico vero elemento di fidelizzazione del telespettatore, extra Sanremo e poco altro). Ma con un programma nostalgico, un prodotto del déjà-vu: 90 Special. Un format a puntate (5) che racconta quel decennio fatto di stragi e di discodance sfrenata, di stravolgimenti politici e di karaoke, di guerre civili e di tormentoni. E anche se il boom è stato reso possibile soprattutto grazie alla (lunga) presenza di un vero mattatore dello showbiz come Fiorello, senza trascurare l’apporto di Jovanotti, in collegamento da Lugano, 90 Special ha tenuto incollati davanti allo schermo, fino alle 00.45, quasi 2,3 milioni di italiani (2,285 milioni per la precisione), per uno share dell’11,76%, il picco è stato fatto proprio con Fiorello: 3,8 milioni, che in nottata, o terza serata, ha toccato il 19,2%.

Un dato in qualche modo sorprendente visto che la fiction Il Segreto su Canale5 ha fatto l’11,96% e che la media d’ascolto di Italia1 in prima serata sfiora su base il 5% (dato di settembre, l’ultimo disponibile sul sito Auditel). E anche se sui social e sui siti specializzati non si sono sprecate critiche, dal suono in studio alle inquadrature, dalle battute di Nicola Savino alla presenza di alcuni ospiti quali la boy band femminile Lollipop, formatosi ufficialmente nel 2001 o quella delle web-star Benji e Fede che forse negli anni Novanta sono venuti al mondo e che si sono uniti artisticamente solo nel dicembre del 2010 -, va detto che l’operazione revival ha colpito al cuore. Ha fatto centro in quello della classe (anagrafica) media: i 40-45enni sono stati in massa seduti sul divano per ricordare icone del periodo (gli Eiffel65 su tutti) o meteore come Ela Weber, altrimenti nota come Sellerona.

Insomma, la celebrazione di una decade che per chi l’ha vissuta nell’età adolescenziale è stata quella della spensieratezza e del disincanto dopo i decenni duri e rivoluzionari (i Sessanta e i Settanta) e quelli del boom economico (gli Ottanta). Anche se proprio i ’90 sono iniziati con la caduta del Muro di Berlino e hanno vissuto la stagione delle stragi di mafia, basti ricordare l’omicidio di Salvo Lima e le stragi di Capaci (Giovanni Falcone) e di via D’Amelio (Paolo Borsellino) e altri attentati. Ma evidentemente c’è stata una generazione, quella generazione che oggi ha superato di slancio i 40, che voleva vivere in maniera diversa, fluttuando tra una discoteca e l’altra (non solo Milano, visto che Rimini e la Riviera romagnola erano le capitali mondiali del Divertimentificio, parola coniata ad hoc ed entrata poi nel lessico comune) e balzando da una serie tv all’altra (da Baywatch a Twin Peaks). Ma i Novanta, celebrati pure dal tormentone «Gli anni» degli 883 (uscita nel 1995), hanno rappresentato la stagione della svolta politica italiana: la fine della Prima Repubblica e la discesa in campo di Silvio Berlusconi, guarda caso patron di Mediaset, ovvero il network che controlla Italia1. Che sia una pura coincidenza? O magari dopo Rocco Siffredi, chiamato a tenere alta l’attenzione del telespettatore dopo mezzanotte, arriverà anche lui, il Cav o ex Cav nello studio tra un Cristiano Malgioglio e un Daniele Bossari qualunque?

Andrea Montanari, ItaliaOggi

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