L’ITALIANO “VERGINE GIURATA” CON ALBA ROHRWACHER IN CONCORSO A BERLINO

121738708-a4d50291-a51d-4ab2-8682-be2d6b6047c2Il festival dal 5 al 15 febbraio ha comunicato gli ultimi titoli in gara per l’Orso d’oro. C’è anche il film d’esordio di Laura Bispuri dal romanzo di Elvira Dones.

Sono stati annunciati gli ultimi titoli in gara per l’Orso d’oro 2015 tra cui l’unico italiano Vergine giurata con Alba Rohrwacher. Oltre ai film già resi noti la scorsa settimana gli altri in concorso sono il romeno Aferim, cialis il documentario El botón de nácar (The Pearl Button), remedy il cileno El Club (The Club), il cinese Ten no chasuke (Chasuke’s Journey). Fuori concorso invece saranno presentati il tedesco Elser (13 Minutes), Every Thing Will Be Fine di Wim Wenders con James Franco, Charlotte Gainsbourg, Rachel McAdams, Marie-Josée Croze.

E’ l’unico film italiano in corsa per l’Orso d’oro quello dell’esordiente Laura Bispuri ispirato al romanzo di Elvira Dones. Relconta la storia di una bambina che cresce sulle montagne albanesi, dove vige una cultura arcaica, maschilista, basata sull’onore, che non riconosce alle donne alcuna libertà; padri, fratelli e mariti hanno su figlie, sorelle e mogli un vero e proprio potere di vita e di morte. Per sfuggire al suo destino Hana si appella proprio alla legge della sua terra, il Kanun: giura di rimanere vergine, prende il nome di Marc e si fa uomo, ottenendo così gli stessi diritti dei maschi, ma rinunciando alla sua femminilità e ad ogni forma di amore. Un rifiuto che diventerà la sua prigione. Ecco una sequenza del film.

Il film dell’esordiente Laura Bispuri con Alba Rohrwacher nei panni della protagonista è ispirato all’omonimo romanzo di Elvira Dones (Feltrinelli 2007) e racconta la storia di una bambina che cresce sulle montagne albanesi, dove vige una cultura arcaica, maschilista, basata sull’onore, che non riconosce alle donne alcuna libertà; padri, fratelli e mariti hanno su figlie, sorelle e mogli un vero e proprio potere di vita e di morte. Per sfuggire al suo destino Hana si appella proprio alla legge della sua terra, il Kanun: giura di rimanere vergine, prende il nome di Marc e si fa uomo, ottenendo così gli stessi diritti dei maschi, ma rinunciando alla sua femminilità e ad ogni forma di amore. Un rifiuto che diventerà la sua prigione. Ma qualcosa di vivo si agita sotto alle nuove vesti e questo sarà l’inizio di un viaggio a lungo rimandato.
FotoL’italiano “Vergine giurata” con Alba Rohrwacher in concorso a Berlino

Già vincitrice con i suoi corti di un David di Donatello e di un Nastro d’Argento, a rappresentare l’Italia nella Competizione ufficiale della prossima Berlinale, Laura Bispuri ha accolto con grande emozione la notizia: “Sono davvero felice di andare a Berlino con il mio primo lungometraggio. Ho lottato a lungo per fare questo film, spinta da un grande amore verso il personaggio di Hana/Mark e da un senso di responsabilità verso la storia che ho scelto di raccontare, una storia che è metafora del rapporto tra libertà femminile e mondo”. Il film uscirà nelle sale a marzo distribuito da Istituto Luce Cinecittà.

Ma non è l’unica opera italiana alla Berlinale. A parte il film del maestro Ermanno Olmi, Torneranno i prati, invitato nella sezione Berlino Special, ci sono anche due film nella sezione Generation: Cloro di Lamberto Sanfelice che nei prossimi giorni concorrerà al Sundance, e Short Skin di Duccio Chiarini, presentato a Venezia in Biennale College.

Repubblica

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