Lo “spericolato” secondo Vasco, entra nella Treccani

“Spericolato, rischioso, avventuroso. Nel senso che dice Nietzsche, vita vissuta pericolosamente e pienamente accettandone le sfide, i rischi, le fatiche, le gioie e le sofferenze. Cercare di prevenire e affrontare gli ostacoli, non evitarli”. Questa secondo Vasco Rossi la definizione di “spericolato” da lui firmata per la nuova edizione del Vocabolario della Lingua Italiana Zingarelli 2019.

Dopo “Vita spericolata”, canzone che Vasco Rossi presentò al Festival di Sanremo nel 1983 – la parola “spericolato” è entrata nell’immaginario collettivo quasi con un’accezione nuova, legandosi in modo indissolubile alle note di quel brano. E per questo la casa editrice Zanichelli, che pubblica il dizionario più venduto in Italia, ha chiesto proprio al cantautore, 35 anni dopo, di ‘riscrivere’ la voce lessicale.

“SPERICOLATO” DI VASCO – Il rocker ha accettato di scrivere la sua definizione d’autore, dove si legge tra l’altro: “Rifiutai un lavoro sicuro in banca per inseguire il mio sogno di vivere di Musica e Parole, una vita non garantita, non omologata, indipendente. Fare cose spericolate significa fare esercizio, ripetere e imparare. Rischiare, ma portare sempre a casa la pelle. Con disciplina ed esercizio costante, come il funambolo, il trapezista, l’atleta o il chitarrista, si arriva a far sembrare semplice una cosa molto difficile. ‘Vita spericolata’ al Festival di Sanremo (1983): un’autentica provocazione nel cuore del sistema della canzone italiana e uno schiaffo della nuova generazione alla platea perbenista dell’epoca”.

DEFINIZIONI D’AUTORE – Nel corso degli anni sono 127 le personalità (da Giorgio Armani a Carlo Verdone) che hanno dato un contributo speciale allo Zingarelli illustrando altrettante voci attraverso il loro punto di vista scritto nelle ‘definizioni d’autore’. Oltre a Vasco Rossi, per lo Zingarelli 2019 hanno dato il loro contributo altre 11 personalità (tra cui Sofia Goggia, Reinhold Messner, Alberto Mantovani, Bebe Vio, Alfio Quarteroni). Ciascuno ha scritto la propria riflessione sulla parola che più sentiva famigliare.

Così la sciatrice Sofia Goggia ha indicato come nella voce “discesa” ci sia “un meraviglioso viaggio introspettivo che porta a sentire l’anima nobile e pura della propria disciplina”. Ma se la Goggia discende, per l’alpinista Reinhold Messner l’avventura è nella “salita”. “Una salita estrema in montagna è una situazione-limite dove le azioni umane sono più semplici e quindi più chiare che nelle cosiddette situazioni normali”, scrive Messner.

Il linguista Massimo Arcangeli ha spiegato che “mi sono affezionato a ‘premura’, il giorno in cui ho sognato di soccorrerla, di sottrarla dall’oblio, di salvarla fra le tante parole italiane a rischio di estinzione”. L’attrice napoletana Cristina Donadio ha commentato “verace”. “Se le parole hanno un’anima, verace ha un’anima divisa in due, proprio come la mia città”, spiega nella sua Definizione.

Il docente e critico televisivo Aldo Grasso nella sua definizione di “televisione” ha concluso che “quando capiremo la differenza tra vedere e guardare, capiremo anche cos’è la televisione”. Per il medico e immunologo Alberto Mantovani, l'”immunità” è ben più della capacità di resistere alle infezioni: “è innanzitutto armonia”.

Adnkronos

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