FABIO E MINGO VS STRISCIA LA NOTIZIA, ROTTO IL SILENZIO: “PRESSIONI DA PARTE DI UN AGENTE DI PG SUI TESTIMONI”

Hanno atteso oltre un anno ma poi, come annunciato tempo fa, hanno deciso di raccontare la loro versione dei fatti. Gli ex inviati di Striscia la Notizia, Fabio e Mingo, disarcionati in diretta dal Gabibbo, hanno parlato di “minacce, clima di terrore ed indagini inquinate”.

fabio e mingo I due inviati storici del tg satirico della rete ammiraglia di Mediaset furono licenziati in tronco, nell’aprile del 2015, dopo alcune segnalazioni arrivate in redazione sulla presenza di un attore che nel servizio veniva spacciato per un finto avvocato. Da lì la Procura di Bari avviò una inchiesta che travolse i due inviati. Striscia prese subito le distanze dall’accaduto ma è proprio questo aspetto che oggi viene puntualizzato dagli ex inviati: la redazione sapeva tutto, anche in questo caso.
“Per un anno e mezzo – ha spiegato Mingo – siamo stati sereni, abbiamo aspettato, ma se le indagini devono essere alterate e viziate, non ci stiamo più, rendiamo pubblico tutto”. “Perché è stato fatto tutto questo a noi? Chi può avere interesse ad alterare il corso delle indagini? Non siamo più sereni come prima, siamo arrabbiati”. Il riferimento del conduttore è ad un agente di Polizia giudiziaria, denunciato da Fabio e Mingo, perché “ha remato contro”. “Dicci chi ti ha chiamato – hanno detto – ti abbiamo scoperto”.
A spiegare l’accaduto, è il legale dei due ex inviati di Striscia, Verile: “Ci sono elevate possibilità che le indagini siano state falsate, perché un ufficiale della Procura di Bari ha provato a influenzare le deposizioni. È stata infangata la dignità dei miei assistiti. Valuteremo se ricorrere al ministero di Grazia e Giustizia”. Verile ha spiegato che “molti dei soggetti ascoltati dalla procura di Bari hanno avvicinato Fabio e Mingo per riferire di aver deposto in un clima di terrore e di soggezione. In particolare il più stretto collaboratore della pm titolare delle indagini, ha ascoltato testimoni che hanno riferito di cose molto gravi che si sono verificate”. Sarebbero almeno quattro le persone che hanno riferito di pressioni da parte dell’agente. Il legale ha letto le parole dichiarate dalle presunte vittime di pressione da parte dell’agente stesso: “Guarda che ti stai mettendo contro Mediaset, ti stai mettendo contro un colosso, finisci in galera. Ti rendi conto di quello che stai dicendo, non ti conviene dire queste cose. Senti a me, non dire queste cose, tutti gli altri che ho interrogato hanno detto cose diverse da quelle che stai dicendo. Adesso me le dici in un’altra maniera, è meglio per te”. Dichiarazioni, per Verile, “rese in clima di terrore”. “Lo abbiamo denunciato alla Procura, vogliamo sapere in tempi rapidi cosa è successo”.
L’avvocato ha parlato di “denunce reciproche” e di “servizi mai inventati ma che rappresentavano dei fatti effettivamente verificatesi; in alcuni casi – in accordo con la produzione – con una rappresentazione scenica di fatti veri”. “Quando è giunta voce ai vertici che qualcuno aveva scoperto che alcune fattispecie erano rappresentate da attori hanno preso le distanze. E invece erano cose condivise. Noi siamo sicuri poter dimostrare l’estraneità all’interno del processo”.
La vicenda ha lasciato segni nei due conduttori. “Ho sofferto molto per mio figlio – ha raccontato Fabio, commosso – è stata la parte più brutta e nera”. “Hanno tentato – ha incalzato Mingo – ma il sorriso non ce l’hanno tolto”. Sempre Mingo ha voluto analizzare anche il comportamento tenuto da Striscia la Notizia, uno degli aspetti che più li ha fatti soffrire: “Ammettiamo che abbiamo commesso qualche errore, ma non lo abbiamo fatto – ha spiegato -. Ma perché Ricci non ci ha difeso? Perché ha difeso Greggio per il caso di Guardia di Finanza, perché ha difeso Luca Abete dopo il cui servizio un padre di famiglia si è suicidato e noi no? Loro sono stati protetti, Fabio e Mingo no. Due pesi e due misure. Stiamo parlando di gag comiche!”. Fabio e Mingo hanno raccontato anche della solidarietà di alcuni degli ex colleghi inviati, della chiusura totale da parte di Antonio Ricci e dei collaboratori, delle tante telefonate rimaste senza risposta, della scelta del Gabibbo di “licenziarli” in diretta senza nemmeno un preavviso. In quel momento, davanti a milioni di telespettatori, terminò un rapporto di lavoro durato 19 anni e un contratto “da attori e non da giornalisti”. Tornerebbero a Striscia? “Sì – conclude Mingo – da conduttori per risollevare le sorti del programma”.

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