Il «New York Times»: Simon Cowell sarà il nuovo manager dei Måneskin

Simon Cowell, la mente dietro il successo globale di X Factor, potrebbe essere il nuovo manager dei Måneskin dopo la rottura con Marta Donà. L’indiescrezione rimbalza dagli Stati Uniti, dal New York Times, che ha dedicato un lungo articolo alla band e ipotizza il matrimonio economico tra Cowell e la band che ha vinto l’Eurovision con «Zitti e buoni». Simon Cowell, 61 anni, è uno dei volti televisivi più noti al mondo. Discografico e produttore di format, ha creato non solo X Factor, ma anche Got Talent, show che lo hanno reso uno degli uomini più ricchi in Gran Bretagna con un patrimonio milionario. Il giornale si chiede anche se i Måneskin possono ora conquistare il mondo? «Ad oggi — scrive il quotidiano americano — la canzone è stata in streaming su Spotify per oltre cento milioni di volte. Con oltre 18 milioni di ascoltatori la scorsa settimana, i Måneskin hanno fatto meglio dei Foo Fighters o di Kings of Leon nello stesso periodo». Il NYT aggiunge anche che solitamente gli artisti che partecipano all’Eurovision scompaiono dalla scena appena la manifestazione finisce, in controtendenza la band sta costruendo sulla fama guadagnata e hanno ottenuto interesse nazionale diventano una rara storia di successo a lungo termine di Eurovision. Nell’articolo si sottolinea anche il forte carisma della band durante le esibizioni dal vivo, mentre grazie al loro look androgino, con tacchi alti, smalto nero, il trucco scuro sugli occhi, Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi e Ethan Torchio, infrangono le barriere di genere e sostengono la causa dell’espressione personale.

La rottura

La rottura con la loro storica manager risale all’inizio di giugno. Un addio evidentemente non condiviso, vista l’amarezza del messaggio affidato ai social da Marta Donà: «Abbiamo trascorso 4 anni indimenticabili pieni di sogni da esaudire e di progetti realizzati. Io vi ho portato fino a qui. Da adesso in poi avete deciso di proseguire senza di me. Ho il cuore spezzato ma vi auguro il meglio dalla vita ragazzi».

Corriere.it

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