Miccio settori matrimoni a rischio

 “Non ce la facciamo più. Non c’è stato mai nessuno in questo doloroso anno, tra i nostri governanti che abbia speso una sola parola per il settore dei matrimoni.

Si parla giustamente delle riaperture dei ristoranti, dei cinema, dei teatri, delle palestre e delle piscine. E noi?”.
A lanciare il grido d’allarme è Enzo Miccio, oggi forse il volto più celebre in Italia di un settore che fa dei sogni e dei grandi eventi il suo business, ma che nell’ultimo anno è stato investito in pieno da chiusure e divieti.
“Siamo annichiliti, non abbiamo più nessuna speranza. Non c’è nessuna programmazione possibile, anche per il 2021 sui nostri piani di lavoro – spiega Miccio – Stanno disdicendo anche quei pochi impegni che avevamo in ballo, perché oltre all’insicurezza sull’eventuale fattibilità, la gente ha perso tutto: lavoro, sogni, speranza. Ho chiesto a gran voce attraverso vari interlocutori di avere qualche risposta, ma niente. Si deve capire che dietro il singolo evento ci sono decine di figure interessate: i fioristi, i catering, le aziende che producono i confetti, solo per citarne alcuni”. Una filiera, spiega, che da sola conta “oltre 80mila aziende che ad oggi non hanno avuto nessuna risposta e nessun sostegno dal Governo”. Un settore, prosegue, “il cui valore è pari al 2,5% del PIL nazionale”, ma che nell’ultimo anno ha visto “un calo del fatturato del 70%.
Oggi i posti di lavoro a rischio sono oltre 560 mila” e “il valore dell’indotto è sceso dai 65 miliardi del 2019 ai 45,5 miliardi nel 2020”.
“Vorrei che qualcuno potesse prendersi carico della nostra filiera – si appella – Il mio grido di aiuto non è finalizzato all’ottenimento di contributi o assistenzialismo da parte delle istituzioni. Noi vogliamo progettualità, regole, un protocollo serio e rigoroso per ricominciare a lavorare, tutti.
Invece siamo stati totalmente ignorati. Stavamo aspettando un protocollo che ci consentisse di affrontare la stagione con serenità e che ci permettesse di dare sicurezza e risposte ai clienti. A oggi, invece, solo un assordante avvilente silenzio”.

Fonte: ANSA

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