L’inatteso duetto di Mick Jagger e Dave Grohl per raccontare la pandemia

Si intitola “Eazy Sleazy” e tende ad ironizzare su tutto ciò che siamo stati costretti ad affrontare da oltre un anno a questa parte, tutti, perché parliamo di un male democratico, che ha raso al suolo le differenze tra ricchi e poveri, occidentali e orientali e anche, naturalmente, famosi e non famosi

Proprio a qualche mese, presumibilmente, si spera, dalla fine dell’incubo pandemia, proprio mentre ci accingiamo a far diventare ricordi questi lunghi mesi di lockdown, totali o a chiazze, due grandi del rock moderno come Mick Jagger e Dave Grohl, rispettivamente voci e leader dei Rolling Stones e dei Foo Fighters, tirano le somme in un brano realizzato insieme.

Si intitola “Eazy Sleazy” e tende ad ironizzare su tutto ciò che siamo stati costretti ad affrontare da oltre un anno a questa parte, tutti, perché parliamo di un male democratico, che ha raso al suolo le differenze tra ricchi e poveri, occidentali e orientali e anche, naturalmente, famosi e non famosi.

Anche se sei un mito del rock come Mick Jagger infatti, non hai potuto fare a meno di vivere una vita all’insegna di “Zoom calls”, “Home In These Prison Walls”, “Poncey Books”, “Fake Applause” e “Too Much TV”. “È una canzone che ho scritto per uscire dall’isolamento, con quell’ottimismo di cui c’è bisogno” ha postato sui suoi canali social Jagger, un ottimismo, chissà, anche stimolato dalla Sicilia, dove è in vacanza da diverso tempo e dove ha girato il video in questione, in quel di Noto, provincia di Siracusa, in hotel naturalmente.

A rispondergli dagli Stati Uniti, negli studi di registrazione della sua band, Dave Grohl, che si è occupato di batteria, basso e chitarra, uno che da batterista dei Nirvana ne sa qualcosa di miti del rock, ha dichiarato: “È difficile esprimere a parole cosa significhi per me registrare questa canzone con Sir Mick. È più di un sogno che diventa realtà. Proprio quando pensavo che la vita non potesse riservarmi altre pazzie…”.

Invece l’invito di Jagger è proprio quello a cantarle le pazzie, le controversie, scaturite da questa pandemia, dai balli su Tik Tok alle teorie complottiste su Bill Gates, fino alle fake news e le lezioni di samba online, un luna park virtuale folle, metafora che risuona alla perfezione tra le mura della larga bocca di Jagger, che canta con entusiasmo, divertimento, solito cappellaio matto che mette insieme tutto e il contrario di tutto, senza mai sbagliare una virgola, nemmeno trattando un tema così delicato.

Anche per questo il sound non poteva essere che allegro, addirittura da hit estiva secondo Grohl, forse dovuto al fatto che la canzone in ogni caso sa proprio di retrò (neanche a dirlo, di altissima qualità), ricorda un po’ il Jagger in featuring con Bowie in “Dancing In The Street”, il livello di regia del video è più o meno quello, magie ipnotiche delle quali può essere capace solo chi ha stipulato un patto col diavolo, coinvolgendo la rockstar più energica dell’industria musicale mondiale. C’è rock comunque, quello vero, da artigiani, da mestieranti, alleggerito, si, ma non nella melodia o nel risultato, più che altro dall’evidente semplicità con la quale due musicisti di tale spessore si trovano e realizzano a sorpresa brani di tale livello.

agi.it

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