“È arrivata la felicità” è fuori dalla prima serata

Le ultime due puntate della fiction hanno realizzato soltanto il 10/11 per cento di share, risultati troppo bassi per Raiuno

Una rete non può vivere di solo Montalbano. E così capita che una fiction non dia i risultati sperati, come è successo a È arrivata la felicità, lunga serie familiare con Claudia Pandolfi e Claudio Santamaria alle prese con i figli da crescere e il tumore di Angelica (interpretata dalla Pandolfi).

Le ultime due puntate hanno realizzato soltanto il 10/11 per cento di share, risultati troppo bassi per Raiuno. Risultati che stavano abbassando la media di ascolto del primo canale che, invece, dall’inizio dell’anno manteneva un’ottima performance. Tanto che i vertici Rai hanno deciso di spostare la serie dal prime time alla domenica pomeriggio, in coda a Domenica In, alle 16,35, a partire da oggi (in un primo tempo si era pensato a uno spostamento al sabato su Raidue).

Certo, anche a Rai Fiction un incidente può capitare, non sempre si riesce a tenere alta una produzione negli ultimi anni decisamente più moderna. Pure al bravissimo Ivan Cotroneo può capitare di scrivere una storia di scarso appeal, che non va incontro all’interesse del pubblico. Forse non era un’ottima idea realizzare una commedia (produzione Publispei, regia di Francesco Vicario) dai toni leggeri che ruota intorno alla lotta contro il tumore della protagonista, nonostante la bravura degli attori. Però non si può non far notare che ogni puntata della serie (come per quasi tutte le fiction destinate al primo canale) costa circa un milione e 200mila euro: e se moltiplichiamo la somma per le 12 puntate arriviamo a circa 14 milioni. Che non sono certo pochi per le casse della tv di Stato e che non si sarebbero certamente spesi per un programma pomeridiano.

«Sono innamorata del mio personaggio – aveva detto la Pandolfi durante la presentazione della serie – ad una prima lettura di cosa le sarebbe successo, ho lanciato via il copione, perché non accettavo che l’armonia creata nella sua famiglia restasse inalterata. Non volevo che si perdesse leggerezza, temevo che la storia prendesse una piega drammatica. Alla fine ho scoperto che invece tutto questo non sarebbe accaduto». Purtroppo, però, la fiction ha preso proprio una piega drammatica…

Luca Rio, Ilgiornale.it

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