Madonna e i suoi primi 40 anni da regina del pop: il tour, il film e il quadro scomparso

Mentre vanno a ruba i biglietti del Celebration Tour, i social rilanciano la curiosa richiesta della sindaca di Amiens all’artista

Si è aperta oggi la prima tornata della vendita di biglietti per il tour di Madonna. Per chi non vuole assolutamente perdere il concerto di Milano, il 23 novembre, unica data italiana, restano ancora due possibilità da giocarsi il 19 e il 20 gennaio e a due condizioni: essere veloci ed essere disposti a spendere. 

Eh già perché “pop” non è sicuramente il prezzo da pagare per assistere allo show di colei che del pop si è fatta Regina: si parte da 46 euro per i posti “a visione limitata” e si superano i 350 euro per il primo settore numerato, commissioni escluse. I social rumoreggiano: “Costi allucinanti”. Qualcuno si appella agli amici: “Anticipate il mio regalo di compleanno”, qualcuno rompe il salvadanaio, un altro domanda: “Come si diventa ricchi in due giorni?” e alla fine i biglietti si esauriscono in fretta.

Il popolo di Madonna aspetta da otto anni il suo ritorno sul suolo italiano e questa è un’occasione da non perdere come promette il titolo, Celebration Tour, che rimanda alla quarta raccolta dell’artista, la prima a raccogliere i suoi maggiori successi discografici, datata 2009 (e dunque da aggiornare sul palco). 

Dunque, da Holiday a Like a Virgin, da Material Girl a Isla Bonita, e ancora Like a Prayer, Vogue, Music, Frozen, Papa don’t preach, Celebration e via dicendo in un elenco che potrebbe continuare a dismisura. In attesa che trapelino le prime indiscrezioni sulla scaletta, lei fa sapere di essere “entusiasta di esplorare il maggior numero di canzoni possibile, nella speranza di offrire ai miei fan lo spettacolo che stanno aspettando” e posta un iconico video già diventato virale che strizza l’occhio al suo innovativo film ‘Truth or Dare’. 

Il video vede la partecipazione di nomi illustri come Diplo, Judd Apatow, Jack Black, Lil Wayne, Bob The Drag Queen, Kate Berlant, Larry Owens, Meg Stalter, Eric Andre e si conclude con Amy Schumer che sfida la superstar mondiale ad andare in tour e a esibirsi con i successi sfornati in quattro decadi di incessante creatività. A cui si aggiungerà il brano ‘Back that Up to the Beat’.

Madonna, l’icona in copertina

In pieno fermento creativo, Madonna non si ferma al tour: in una serie di magnifici scatti fotografici di Luigi & Iango gioca con Vanity Fair sul concetto di “icona”, parola spesso usata per raccontarla. E’ lei la (prima) protagonista di “The Icon issue”, un’iniziativa annuale che comprende uno short movie, una collaborazione tra moda, arte e design, una performance di urban art e una mostra (a settembre a Palazzo Reale a Milano), lanciata dalla rivista, alla quale si racconta.

Parla di femminismo, sessualità, religione e diversità, sottolineando le sue continue battaglie contro il patriarcato e riconoscendo il prezzo che ha dovuto pagare negli anni per difendere le sue convinzioni. 

Racconta della sua educazione in una famiglia cattolica, del suo attuale approccio spirituale, più mistico che dogmatico, dell’importanza della sua vita familiare e del vedere i suoi figli crescere esprimendo il loro talento e la loro creatività. Infine rivela che tra i suoi progetti c’è anche un film biografico tutto suo: “Sto per creare un nuovo show. E sto lavorando da diversi anni alla sceneggiatura di un film sulla mia vita. È un momento bello perché raccolgo idee, mi lascio ispirare, frequento persone creative, guardo tantissimi film, ascolto musica”. 

Il quadro “scomparso”

Oggi però si parla di Madonna anche per un’altra storia che riguarda la piccola città francese di Amiens, poco più di 130 mila abitanti. A chiamare in causa la popstar è direttamente la sindaca Brigitte Fouré, che, in un video postato sui social, le si rivolge così:

“Madonna, probabilmente non conosci Amiens. Ma negli ultimi giorni si è sviluppato un legame speciale tra te e la nostra città francese. Rivolgo il mio appello a te affinché presti alla città di Amiens un’opera finora scomparsa!”. 

Secondo un’inchiesta del quotidiano parigino “Le Figaro”, Madonna avrebbe acquistato, non sapendolo, nel 1989 a un’asta di Sotheby’s a New York per 1,3 milioni di euro il dipinto “Diana ed Endimione” (1822 circa) del pittore Jérôme-Martin Langlois (1779-1838), esponente del neoclassicismo. Del quadro si erano perse le tracce tanto che si era persino ipotizzato che fosse stato distrutto nel bombardamento del Museo di Belle Arti di Amiens nel 1918.        

Nel 2015, sempre secondo “Le Figaro”, un ricercatore di Amiens avrebbe però individuato il dipinto in un servizio fotografico di “Paris Match”, realizzato in una villa di Madonna. In seguito a questa scoperta, il Museo di Amiens presentò una denuncia contro ignoti per il furto del dipinto. 

Da allora il caso non ha avuto sviluppi, ma adesso la sindaca con un tempismo da manuale, visto l’annuncio del tour, chiede l’opera in prestito in vista del 2028, vista la candidatura di Amiens a capitale europea della cultura. 

Raffigurante una scena delle Metamorfosi di  Ovidio, il dipinto fu esposto ed entrò nelle collezioni di Luigi  XVIII, prima di essere acquistato dallo Stato nel 1873, che lo depositò cinque anni dopo nel museo di Amiens da cui è poi sparito per ragioni ignote.

L’opera battuta all’asta da Sotheby’s non era stata riconosciuta come il dipinto di Langlois. Secondo il catalogo di vendita le dimensioni della tela, 317,50 cm × 210,82 cm, erano inferiori di tre centimetri in altezza rispetto al quadro di Amiens, inoltre mancava firma e data. 

Stimato tra i 300.000 e i 400.000 dollari, il dipinto era considerato  una “vecchia copia, forse autografa” secondo il Louvre, citato da “Le  Figaro”, ed era stato infine acquistato per 1,3 milioni di dollari da Madonna per aggiungerlo alla sua imponente collezione,  che già comprende Pablo Picasso, Tamara de Lempicka, Frida Kahlo, Salvador Dalì, Fernand Léger e Jean-Michel Basquiat.

Torna in alto