In Campidoglio sarà allestita la camera ardente, poi i funerali nella Chiesa degli Artisti

L’attrice sarà sepolta a Subiaco, sua città di origine. Nel 2000 aveva espresso questa volontà e il Comune le ha dedicato una tomba monumentale che in questo momento è in fase di restauro

Non è un caso che l’ufficio stampa della Lollobrigida annunci la sua scomparsa e il funerale che si terrà a Roma, giovedì 19 gennaio alle 12,30 nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo con la formula: “Si è spenta la grande artista Gina Lollobrigida“.

È quello che avrebbe voluto lei, attrice stellare sì, ma anche scultrice e fotografa di grande livello, un’artista a 360 gradi. Lo ha ripetuto più volte nella vita che la sua vocazione non era il cinema e nel sangue aveva piuttosto la vocazione dell’artista. 

Lo aveva detto anche a Taormina nell’estate del 2019, in occasione del Premio cinematografico delle Nazioni alla carriera. Aveva parlato, con coraggioso piglio da bersagliera, di morte e di eredità professionali affermando che le sarebbe piaciuto essere ricordata per la sua autenticità e soprattutto come artista, lei che non si era espressa solo con il cinema.

“Vorrei che mi si ricordasse per le mie sculture e soprattutto per la fotografia, che mi ha aiutato molto nella vita. Mi ha anche permesso di viaggiare tantissimo, in India ad esempio, dove ho lasciato il cuore”.

“Voleva essere ricordata per le tante cose belle che aveva fatto nella sua vita, ma non era di quelle persone che guardano solo al passato, Gina era un vulcano, un peperino come è sempre stata e, anche se molto anziana, era una lottatrice indomabile”, conferma Tiziana Rocca, imprenditrice dello spettacolo e direttrice di festival, che con l’attrice ha condiviso tante iniziative per più di 10 anni.

“Gina Lollobrigida è stata una grande artista che ha saputo con la sua versatilità attraversare intere stagioni del cinema italiano e internazionale. Credo che per tante donne e tante ragazze sia stata anche un simbolo di emancipazione, di rottura degli stereotipi, di rappresentazione di una forza che non può essere contenuta e schiacciata dentro ai confini stretti della tradizione. Il ruolo delle donne è cambiato grazie all’impegno e alle lotte, alla Politica, ma è cambiato anche grazie a quello straordinario potere che è l’immaginario”, ha sottolineato Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione cultura, che ha commemorato la Lollo nell’Aula di Montecitorio. 

Addio dunque all’artista, ma anche alla donna indipendente e autonoma che volle e seppe vivere contando solo sulle sue forze. Una donna che, pur vivendo nel presente, si preoccupava di non essere dimenticata. 

“Negli ultimi tempi – racconta sempre Tiziana Rocca – mi chiedeva sempre di andare avanti con le cose in ballo perché ci teneva a non essere dimenticata. Non dalle persone perché la riconoscevano, la fermavano, le dimostravano affetto ma magari dalle istituzioni, dai festival. Mi ha chiesto di fare cose in suo nome e le faremo, a cominciare dal dono di un suo abito a Cinecittà, un suo progetto che porterò avanti, come un altro a Los Angeles che poi annunceremo”, aggiunge Rocca che dedicherà alla Lollo il festival Filming Italy Los Angeles.

Torna in alto