Gemello sceglie la sperimentazione e la chiama La Quiete

L’album è stato anticipato dai due singoli Un pezzo di universo, che lo ha visto collaborare con Coez e Gemitaiz, e Flashback, brano che ha rivelato il lato più intimo e personale dell’artista

E’, questo, un album spartiacque nella storia di questo artista capace di precorrere tempi e stili. Infatti Gemello per la prima volta utilizza sonorità più legate al mondo dell’indie e si cimenta col canto, ambito mai esplorato prima nel corso della sua carriera. La Quiete è un disco più suonato rispetto ai lavori precedenti, con sperimentazioni musicali inedite nella sua produzione realizzate grazie al contributo del gruppo di musicisti con cui ha lavorato. Il titolo è un omaggio a un gruppo post-hardcore di Forlì i La Quiete. Nel disco ci sono molti featuring come Coez, Gemitaiz, Ketama, Mostro, Holden, Gazzelle che ha scritto il ritornello di Come se niente fosse, e molti altri; e ovviamente i produttori Sine, Altarboy e Marta Venturini, quest’ultima fondamentale nei brani più indie.

Quando è nato l’album e come ci hai lavorato? Coinvolgere amici con i quali hai condiviso l’epoca del collettivo è stato emozionante?
Il lavoro è iniziato in estate con Marta Venturini e poi abbiamo chiuso il progetto sul Circeo. Molti sono amici da sempre e quando lavoriamo insieme è divertente e figo, loro entrano nel mio mood di scrittura…è come partecipare a una mia festa. E’ un dare e avere intellettuale. Dal 2003 a oggi ho conosciuto molta gente ma ho sempre sentito l’esigenza di lavorare in famiglia. Stando insieme la canzone viene da sé, tutto nasce in modo naturale.

Cosa c’è nelle tasche della tua giacca di jeans?
C’è un po’ tutto quello che ho passato, il mio Vietnam interiore che in alcuni elementi è lo stesso che tutti stiamo subendo. Ho sempre vissuto tra alti e bassi e in quelle tasche ci sta il mio cuore e tutto il resto, è una matrioska infinita di vita.

Hai paura dei flashback affettivi?
No perché sono molto legato a tutto quello che mi ha circondato; più che impaurito sento che è difficile vivere certe situazioni: devi imparare a conviverci e poi crescere e volerti bene.

Risalirai mi sembra un brano di consapevolezza: oggi c’è un bisogno maggiore di speranza?
Direi di sì ma di base sono le piccole cose che bisogna godersi, a volte non ti rendi conto di quello che hai e perdi tempo a inseguire la felicità. Come quando cerchi qualcosa e invece la hai in tasca. E’ un periodo difficile e allucinante ma aiuta a ricordare chi sei e stare un po’ solo fa bene. Spero torni la normalità, ma bisogna pure fare i conti con quello che hai.

L’idea di stand by ti trasmette ansia?
Sì ma molte cose me la creano. Nel caso che citi perché sono infantile e stare in attesa troppo mi annoia, vorrei subito esami e confronti; ma ho anche imparato ad aspettare un attimo per rilassarmi fissando il vuoto.

Sono tanti i rapper che vorresti schiacciare?
Non ho mai avuto questa attitudine, sono affascinato da certe cose e da altre divertito. In America oggi c’è una musica più cazzona. Se fossi più giovane avrei cazzeggiato su quel mood. La musica ha virato su cose più leggere. In generale resto un curioso ascoltatore.

Pipistrelli sembra un brano crepuscolare per i colori e le tonalità: sto flow che è un virus ci contagerà tutti?
Ha una base molto minimale e bassa, ho voluto il feat con Mostro perché ha sempre lavorato su tonalità dark. Il virus è come dire che ho avuto un approccio più hardcore, alla back in the days. E’ un pezzo strutturato come se avessi ancora 18 anni con tutta la vita davanti. Se prendi Marracash, Gué Pequeno e Noyz Narcos, per citare tre nomi epici, leggendo la lista della spesa con una musichetta farebbero una canzone.

Morti a Galla è la storia di un altro amore di morsi e baci: difficile oggi vivere una storia?
Sì perché devi avere consapevolezza, se ti rispetti non hai la necessità di legarti a qualcuno. La mia relazione attuale è difficile perché il passato è uno scudo che blocca. Bisogna lasciare andare lo stand by ma resta un salto nel buio; ogni volta ricominci sempre con la bici a rotelle.

Se lei ogni tanto fa la str***a tu che fai?
Mi ricordo che lo sono anche io. Occorre rapportarsi come faresti con te stesso, siamo tutti bellissimi e incasinati e non dobbiamo essere rancorosi.

Chi è Rebecca? Un fulmine da evitare o da lasciarsi colpire?
Racconta la love story di un amico, è un gioco di parole. E’ un fulmine bello ma pericoloso. Mi piace immaginarla come una ragazza sfuggente che corre, alla Usain Bolt.

Strawberry ha un approccio beatlesiano.
La canzone inizia con un suono lisergico proprio alla Beatles, poi ho sempre amato i gruppi Prog, dai King Crimson ai nostri Area. Mi piacciono le citazioni nei pezzi.

Con te…tutte le persone che racconti sembrano abbiamo più personalità: sei pure tu così quando ti toccano il cuore?
Ci sta che si spostino gli equilibri, la ho scritta in un momento di incertezza e tale era per Holden che la condivide con me. A volte hai momenti, attimi che non puoi gestire. La mia strofa e struggente e nasce dalle mie letture. Non è indirizzata a nessuno, è molto libera, mi piace l’idea che chiunque la canti o la senta la viva come fosse la sua voce. Ha risvolti infantili.

Se ti affidassero un pezzo di universo quale vorresti?
Ho i parenti in Sardegna e starei per sempre lì vicino al mare.

Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti?
Farò un armageddon riunendo la band e siamo pronti per marzo e aprile. Mal di cuore a non cantare dal vivo, rispettiamo tutti e speriamo di andare a contatto con la gente.

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