Paolo Genovese e i Supereroi. Quando l’amore è una maratona: «Racconto come il tempo cambia le relazioni»

«Il tempo, o meglio il passare del tempo è il nemico numero 1 di tutte le relazioni, in grado di fare e disfare, di distruggere, di annoiare, di trasformare ma a volte anche di unire e di dare complicità e forza», dice Paolo Genovese, e di questo parla il suo nuovo film Supereroi (in sala dal 23 dicembre in 400 copie per Medusa).

I due protagonisti sono Alessandro Borghi e Jasmine Trinca. Lui prof universitario di Fisica, lei disegnatrice di fumetti (il capo è interpretato in un cameo da Beppe Severgnini). Lei vuole creare un fumetto proprio su questo tema, Supereroi con la missione dello stare insieme e gli ostacoli da superare Sullo schermo erano stati amici e fratelli ma non erano mai stati insieme. Si chiamano Anna e Marco, come una delle più belle canzoni del ‘900, quella di Lucio Dalla che però fa capolino con Disperato Erotico Stomp, il suo brano sul passaggio del tempo. Qui si va avanti e indietro per vent’anni, per sottolineare come questo fattore «cambi le nostre attitudini e i nostri modi di fare rispetto al partner». I luoghi condizionano, siamo a Marrakech, Como, Copenaghen, Ponza ma soprattutto Milano, «la città che è più cambiata>, e che accompagna e scandisce i cambiamenti della coppia». Se in Perfetti sconosciuti (il film dei record, venduto in 80 paesi e in Cina accolto come horror) Paolo Genovese aveva mostrato una rappresentazione patologica della coppia, quanto poco ci conosciamo anche tra persone vicine, qui la prospettiva è diversa: è la maratona dell’amore, la resistenza al tempo. Ma si diventa Supereroi per questo? «Il titolo è un po’ una esagerazione e una provocazione. Supereroi sono quelli che si adoperano per altre persone senza chiedere nulla in cambio. Io spero che lo spettatore esca dalla sala grato, avendo qualcuno da abbracciare. Innamorarsi vuol dire riconoscersi. Spero di aver aggiunto qualche scatto di originalità».

C’è anche, dopo il brivido iniziale delle farfalle nella pancia, la paura di amare, di abbandonarsi a una storia per sempre, il non credere a un futuro insieme, l’allergia a condividere, la malattia che tira fuori sentimenti e verità che la salute, nel suo «ordine», tiene lontani. E c’è anche l’amore che è stato (l’ex Greta Scarano): cosa rimane dei vecchi amori, come cercano di far sentire la loro presenza? La verità, come dicono i due protagonisti, è che il tempo esiste e ce ne accorgiamo solo quando è passato. Il film inizia con la Suite n 1 per violoncello di Bach, quella che Rostropovich suonò dopo la caduta del Muro di Berlino. Qui, tra le pieghe del destino, nelle cose che a volte avvengono senza una spiegazione, sono i muri del cuore a cadere.

Paolo Genovese, corriere.it

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