Wahlberg padre di un figlio gay in Good Joe Bell

Attraversare gli Stati Uniti a piedi, dall’Oregon a New York per sensibilizzare le persone in ogni occasione di incontro possibile, sulla pericolosità degli atti di bullismo e la necessità di imparare ad accettare e rispettare i propri figli qualunque sia la loro identità emotiva e sessuale. Era la ‘missione’ che si era prefissato Joe Bell (un convincente Mark Wahlberg, anche coproduttore), classico uomo forte della working class americana, padre 48enne di un figlio 15enne gay, Jadin, morto suicida nel 2013 dopo aver subito l’ennesimo atto di bullismo a scuola. Una storia vera e quantomai attuale su quanto l’omofobia possa portare anche a comportamenti letali (basti pensare al caso di Caivano), messa in scena con sensibilità e un ottimo cast in Good Joe Bell di Reinaldo Marcus Green che debutta al Toronto Film Festival. A firmare la sceneggiatura due autori di prima classe, Larry McMurtry e Diana Ossana, premi Oscar per la sceneggiatura di Brokeback Mountain, che a 15 anni dal film di Ang Lee sono tornati a scrivere insieme.

“Lasciate che i vostri figli siano chi sentono di essere e tutto andrà bene, fategli sapere che li amerete sempre”. E’ una delle frasi che Joe ripete a chi viene ad ascoltarlo in incontri organizzati in chiese, scuole, o anche al tavolo di un bar, nelle varie tappe lungo il suo viaggio (destinato a culminare in altro dramma) in solitaria, camminando a bordo strada sulle highway americane, spingendo un carretto a tre ruote, con un po’ di provviste, una tenda e vestiti. Green nel road movie, unisce realismo e dimensione onirica (piani che a volte il cineasta, qui alla sua opera prima, fatica un po’ a gestire in armonia) riflessa dalla presenza, come compagno di un tratto di strada per Joe dello stesso Jadin (Reid Miller, vera rivelazione). Tra presente e flashback sulle ultime settimane di vita dell’adolescente, vediamo prendere forma la complessità del rapporto padre – figlio. Joe accetta a fatica il coming out di Jadin con lui, e per quanto ami il figlio profondamente non sa dimostrargli i propri sentimenti. Cerca di aiutarlo la moglie (un’intensa Connie Britton) ma per l’uomo a volte gli sguardi degli altri sul figlio diventano troppo pesanti da sopportare.

ANSA

Torna in alto