Arisa e Manupuma, il duetto “rosa” che non t’aspetti: “Un brano per aiutare i bimbi nati col Covid-19”

Le artiste lanciano il singolo “Nucleare” con la Fondazione Rava per sostenere i Reparti di Maternità della Clinica Mangiagalli e dell’ospedale Sacco di Milano

Un impasto magico, con Arisa che fa volare le strofe e Manupuma che le fa da velluto. Un incontro tra donne, che si raccontano, si tengono per mano e si salutano in un dialogo finale. Per il suo ritorno alla musica la cantante di “La Notte” ha scelto un brano sofisticato e profondo, “Nucleare“, scritto da Manupuma. “Mi ha colpita una frase, ‘Se io fossi Dio, io cercherei negli occhi di un bambino’… solo se torniamo piccoli troveremo l’amore vero ad indicarci la strada”, racconta a Tgcom24.

“Da tempo pensavamo di fare qualcosa insieme – prosegue Arisa – Manupuma è una artista concettuale, profonda, ermetica, mi piace molto. Ha un disco pronto e mi ha fatto ascoltare tutte le canzoni, quella che mi ha colpito di più è stata ‘Nucleare’, mi è piaciuta l’atmosfera e il ritornello, è una canzone che racconta una grande verità”.

Quella che per riscoprirci dobbiamo tornare bambini. Lo sa bene Arisa che a gennaio ha affrontato un lutto che l’ha segnata moltissimo. “Mentre stavo facendo un programma televisivo se ne è andata una mia cara amica delle scuole superiori a causa di una malattia molto brutta. Quando ci siamo risentite con tutte le compagne abbiamo cominciato a inviarci le foto del passato, mi sono rivista da ragazzina e mi sono detta che devo essere forte per la ragazzina che ero. Mi è servito fare un tuffo nel passato, lo dovremmo fare tutti per ricordarci come eravamo e i sogni che avevamo. Per capire cosa stiamo sbagliando, in cosa ci siamo traditi. Ecco, ‘Nucleare’ dice proprio questo”.

La conferma arriva da Manupuma, che ha scitto il brano con Michele Ranauro: “Da una parte viviamo un periodo storico, al di là del Covid, di grande globalizzazione, tecnologia, dall’altra c’è un odio di fondo. C’è una grande solitudine, le persone vanno verso l’individualismo. Mi ha colpito un articolo che raccontava che in America la gente sta riscoprendo le canzoni, molto tristi, che Bob Dylan ha dedicato al conflitto in Vietnam. La gente ha bisongo di qualcosa di profondo e la musica ha la funzione incredibile di unire le persone. Da qui è nato Nucleare. Quel dio va inteso come d’io, il brano non è legato a nessuna religione, è il nostro io”.

L’incontro tra le due artiste è stato “stranissimo”. “Molto particolare – prosegue Manupuma – Al di là della sua voce, la più bella in assoluto, Rosalba ha un intuito speciale. Tra noi è stato uno scambio. Lei mi ha dato una opportunità unica e io volevo fare volare con la sua voce le parole”.

“Nucleare” ha come obiettivo aiutare le mamme e i bimbi nati nell’emergenza coronavirus, favorendo l’allestimento di percorsi ad hoc per le donne affette e non da Covid-19 nei Reparti di Maternità della Clinica Mangiagalli e dell’ospedale Sacco di Milano.

Il tutto grazie alla collaborazione con la Fondazione Francesca Rava N.P.H, che Arisa conosce benissimo, essendo stata ad Haiti dove ha inciso la canzone “Voce” con i bambini e in Messico a visitare un orfanotrofio per le adozioni a distanza: “Ci collaboro con affetto, sono delle donne guerriere che non si pongono limiti. Le cose che fanno sono efficaci ed intelligenti, sono orgogliosa di lavorare con loro”.

Per il video, invece, Arisa e Manupuma hanno lanciato un contest sui social. Chiedendo ai follower di inviare le foto del cuore, quelle che li ritraggono da piccoli o nella pancia delle mamme: “Ho cercato di sdrammatizzare – concluede Arisa – ho fatto leva sulla convivenza difficile in questo periodo e ho chiesto di provare a riguardare gli album del passato. La risposta è stata emozionante”. 

Tgcom24

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