Nei palasport la ripartenza rock e sensuale di Emma

La grinta e la voce graffiante della rocker che non rinuncia alle incursioni sui temi dell’attualità che le stanno più a cuore, le nuove venature blues e jazz negli arrangiamenti grazie ad una superband di musicisti di calibro internazionale che danno un ritmo mozzafiato a tutto il concerto, il gioco sulla sensualità che si fa più disinvolto. È davvero una ripartenza per Emma Marrone l’Essere Qui Tour, che ha esordito ieri sera di fronte ad un Palalottomatica di Roma gremito di fan, che ormai abbracciano un paio di generazioni.

E la cantante salentina, che ha sempre trovato nel live la sua dimensione ideale, lo dice chiaramente a fine concerto: “Per me è come se questi otto anni non fossero mai esistiti. Io inizio adesso a fare questo mestiere divertendomi. Credo che questo sia lo show più sincero che io abbia mai prodotto, più diretto e più attaccato a quella che sono io. Dopo otto anni vissuti da ‘matta’, senza fermarmi un attimo, mi sono interrogata sul perché volevo davvero fare questo mestiere e la risposta è che io vivo per fare concerti. Quando sono sul palco mi sento una persona migliore. Quindi ho recuperato lo spirito con cui ho iniziato, andando a bussare nei locali dove c’erano serate ‘open mic‘”.

Per questo la scenografia del tour è ispirata proprio ad un music club al quale Emma ha dato anche un nome, ‘Exit’, “Perché – spiega -riappropriarmi del mio amore originario per la musica mi ha aiutato ad uscire da paranoie e insicurezze. Ora sono un fiume in piena e ho già in mente cosa farò nel prossimo disco”. E il concerto inizia proprio con un dialogo dietro le quinte con il ‘padrone del locale‘ (a cui presta la voce Roberto Angelini, prima di suonare le sue chitarre), che Emma convince a concederle il palco, per entrare poi a sorpresa dalla platea nello stupore dei ragazzi assiepati nel parterre.

Il primo pezzo della scaletta è quello che apre l’ultimo album ‘Essere qui‘, ‘L’isola‘, così come a chiudere il concerto è il brano che chiude il disco, ‘Coraggio‘. In mezzo, tante incursioni nei maggiori successi dei dischi precedenti si alternano con gli ultimi brani, in una scaletta divisa in tre set e interpretata anche attraverso gli abiti che Armani ha scelto per lei. “Nella prima parte sono più io nella vita di tutti i giorni, nella seconda l’abito più elegante e raffinato accompagna la parte più cantautorale del concerto e poi c’è il finale da regina della notte…”.

I cambi d’abito diventano parte di quella ‘operazione trasparenza’ a cui Emma ha voluto ispirare questo live, in cui davvero si mette a nudo e gioca in maniera più matura con la sensualità. Così, dopo un’interpretazione di ‘Schiena‘ senza freni, va nel retropalco per riapparire dietro un pannello opaco retroilluminato che rende visibile la silhouette mentre si toglie la tutina con cui ha affrontato l’inizio del concerto e infila l’abito elegante con cui affronta il secondo set. “Volevo fare vedere alla gente tutto quello che succedeva sul palco. Volevo mostrare tutta me stessa… Avevo detto che in questo tour non sarei mai sparita dal palco e l’ho fatto!”, sottolinea Emma.

Per le oltre due ore di concerto, Emma non solo non lascia mai il palco ma dà tutta se stessa: percorre la passerella che fende la platea ballando su tacchi vertiginosi; su ‘Portami via te’ imbraccia la chitarra elettrica e ringrazia Giuliano Sangiorgi (autore del brano e presente in platea con diversi altri colleghi e personaggi noti, da Paola Turci ad Edoardo Leo, a Marco Travaglio, per citarne alcuni); su ‘Luna e l’altra’ (il brano che Giulia Anania ha scritto per lei) una pedana-pilastro meccanica la alza sei metri sopra il palco; alla fine di una versione intima di ‘Nel posto più lontano’, dove Emma si unisce ai suoi musicisti con la chitarra acustica suonando sul ‘balcone’ che sovrasta il palco, riscende scivolando da una pertica. Sulle grandi hit come ‘Amami‘ il Palalottomatica esplode e si unisce in coro al ritornello. Una marea di braccia alzate e di smartphone la seguono in ogni passo e sui brani più ritmati come ‘Facciamola più facile’ si scatena nei balli anche la platea.

Le nuove sonorità regalate ai brani con la collaborazione di musicisti come Paul Turner al basso e Derrick McKenzie alla batteria (entrambi componenti dei Jamiroquai), come le chitarre del fedelissimo Roberto Angelini e di Giorgio Secco e Andrea Montalbano, e come le tastiere e il synth di Luca Mattioni, vengono fuori tutte. Colpiscono l’inedità versione blues di ‘Calore’ e il ritmo forsennato dell’ultimo set, da ‘Cercavo amore’ a ‘Il paradiso non esiste’. “Era per questo che volevo questi musicisti, mica per poter dire c’ho sul palco i Jamiroquai...”, segnala a fine concerto Emma.

L’artista, che (nel suo caso) coincide con la persona, non rinuncia a dire la sua su tre o quattro temi che le stanno a cuore: il legame con Roma maltrattata (“Non si deve dare mai per scontata tanta bellezza”), i manifesti “orrendi” contro l’aborto apparsi in città, una dedica alle donne prima di intonare ‘Le ragazze come me’, parole contro l’omofobia e il maltrattamento delle donne. “Io spero di avere un pubblico non omofobo e che non tratti le donne come fossero cose…”, dice dal palco. Poi, a concerto finito, confessa: “Mi piace pensare che chi viene a vedere i miei concerti abbia una certa sensibilità. E sarei contenta se qualcuno, che magari per motivi anagrafici non sa niente della legge sul’aborto, si incuriosisse sentendo la mia condanna contro quei manifesti indegni e si andasse ad informare…”.

Dopo Roma, il tour toccherà il 18 maggio il Mediolanum Forum di Assago (Milano), il 19 maggio il PalaAlpitour di Torino, il 21 maggio la Kioene Arena di Padova, il 23 maggio il Nelson Mandela Forum di Firenze, il 26 maggio il Pal’Art Hotel di Acireale (Catania) e il 28 maggio il PalaPartenope di Napoli. I biglietti per le date del tour nei palasport, prodotto e organizzato da F&P Group, sono disponibili su TicketOne.it e nei punti vendita abituali.

Adnkronos

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