Gucci celebra 100 anni e cita Balenciaga

Benvenuti al Savoy Club: il luogo dove nacque l’idea di Gucci. Il brand fondato da Guccio Gucci compie cento anni e il direttore creativo Alessandro Michele festeggia con una nuova collezione, “Aria” in cui l’eredita’ del brand viene al tempo stesso celebrata e tradita.

“Il passato non è mai consegna inerte e ripetizione dell’immutabile: anzi, implica necessariamente l’idea del movimento”, spiega lo stilista protagonista di una operazione di ‘hackeraggio’ di Balenciaga, il brand ‘fratello’ (appartengono entrambi al gruppo Kering) disegnato “con rigore anticonformista” dal 2015 da Demna Gvasalia. Si comincia sotto una pioggia londinese nel film creato da Michele e dalla videografa e amica Floria Sigismondi. La colonna sonora di canzoni che contengono la parola Gucci, a partire da “Gucci Gang” di Lil Pulp, accompagna 94 ragazzi e ragazze che sfilano sotto il flash di inesistenti paparazzi in un lungo corridoio, l’ingresso al club dell’hotel Savoy sul Tamigi dove, secondo la leggenda orale tramandata in azienda, il patriarca Gucci lavoro’ giovanissimo da usciere, per poi tornare a Firenze con la testa piena di valigie di lusso a creare la ditta di pelletterie all’origine del marchio.
“Nel mio lavoro, accarezzo le radici del passato per produrre infiorescenze inattese, scolpendo la materia attraverso innesti e potature”, spiega Michele presentando i frutti di questo lavoro da botanico che “rida’ vita al gia’ dato”. Ed e’ cosi’ che la borsa Jackie 1961, vera e propria icona della Maison, esce marchiata Balenciaga, cosi’ come un tailleur di paillettes luccicanti di cristallo o un blouson dalle finiture equestre. O viceversa, un look Balenciaga e’ attraversato dalla classica web verde rosso verde di Gucci. Tutto e’ nato da una telefonata tra Zurigo e Roma “quando ho detto a Demna che volevo giocare con un altro atelier”, ha spiegato Michele, “e lui si e’ divertito quanto me all’idea che potevo appropriarmi di certi suoi cartamodelli”.
Non c’e’ solo Balenciaga pero’ in questa collezione che apre l’anno del centenario: il primo look rivisita l’iconico “pantsuit” di velluto rosso e satin con cui Tom Ford, direttore creativo di Gucci tra 1994 e 2004, vesti’ Gwyneth Paltrow ai premi Mtv. C’e’ anche il mondo equestre che fin dall’inizio ha contrassegnato il brand e oggi e’ celebrato non solo con il simbolo della G incrociata sui tessuti o i classici stivali, ma anche con collari, cinghie e frustini interpretati in “una cosmogonia fetish”, come la definisce Michele. Escono per la prima volta in pubblico pezzi di alta gioielleria di solito riservati a eventi privati. E c’e’ anche il mondo della vecchia Hollywood con un altro mito, Marilyn Monroe: la ragazza che chiude la sfilata “cita” l’abito da sera “sunburst” creato nel 1953 dal costumista Billy Travilla per l’attrice di “A qualcuno piace caldo” La modella ha in mano una pochette a forma di cuore pulsante e la lancia verso il cielo nella seconda parte del film, quando dal corridoio e da una anticamera oscura che Michele assimila a “una sala parto”, il cast multirazza e multigender attraversa una porta in vinile che si schiude su un giardino fantastico popolato da conigli, cavalli, pavoni. Vento, pollini, fiori, e in un inno alla moda che sembra una fiaba, i capi di “Aria” si lievitano nell’aria in slow-motion: “Un punto di arrivo e un punto di partenza” e un inno “alla potenza generatrice della natura, che puo’ guarirci se solo la lasciamo fare”. 

Fonte: ANSA

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