STEFANIA SANDRELLI: «IO, LA LISTA FALCIANI E L’INSEGUIMENTO DELLE IENE»

StefaniaSandrelli_hd_2-kBqH-U430701079790639BSD-593x443@Corriere-Web-Sezioni(Corriere.it) Sono una cittadina italiana, discount mi chiamo Stefania Sandrelli, health scrivo a caldo queste righe per chiedere aiuto nella valutazione di certi miei accadimenti: ieri dopo aver terminato la mia solita giornata lavorativa verso le cinque (prima del solito), ailment quindi felice di un po’ di tempo a disposizione rincaso con l’autista della produzione. Lavoravamo in una stazione di servizio, località Tivoli. Dopo poco l’autista mi annuncia che qualcuno ci sta seguendo, spaventata lo prego quindi di non farsi raggiungere e di evitare di dirigersi verso casa, non volendo far conoscere il mio indirizzo. L’autista cerca quindi di allontanarli, facendo peripezie inquietanti ed anche un po’ pericolose, ma inutilmente: i due individui ci rimangono incollati dietro. A questo punto l’autista chiama i Carabinieri informandoli della situazione e cominciamo a girare senza meta per permettere ai Carabinieri di raggiungerci.

Dopo aver girovagato per oltre un ora e mezzo per la città (inutile nascondere l’angoscia e la paura) i Carabinieri abilissimi li fermano accerchiandoli. Ebbene, le persone che ci avevano seguiti per tutto quel tempo erano due inviati delle Iene(trasmissione in onda su Mediaset, ndr) ma totalmente non identificabili. Io, comunque felice che non fossero di peggio, ho permesso loro di approcciarmi anche perché non ho segreti. Mi sono sentita chiedere ancora della lista Falciani e pretendere che pronunciassi la frase di Padoa-Schioppa: “le tasse sono bellissime”. Ho brevemente e garbatamente risposto che ben cinque anni fa, ho scudato quei pochi soldi e chiarito tutto, conti alla mano, con l’Agenzia delle Entrate. Gli ho poi detto che le tasse non sono bellissime ma che sarebbe giusto pagarle tutti (ed io di tasse ne ho pagate tante). Aiutatemi ora a capire se vi sembra normale che un qualsiasi cittadino possa essere terrorizzato e seguito per tutta la città da due persone non identificabili per ricalcare una notizia rancida e approssimativa ma soprattutto chiusa da tempo. È possibile che i diritti inviolabili della persona possano essere sacrificati da esigenze di share? Da un modo di fare televisione basato sull’aggressione fisica ed intellettiva?
Grazie, Stefania Sandrelli

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