Anche la Nuova Zelanda vieta TikTok: i parlamentari non potranno usare l’app

Il divieto si applicherà a circa 500 persone che lavorano nel Parlamento, non a tutti i dipendenti del governo come avvenuto in altri paesi come Stati Uniti e Gran Bretagna. Quali sono i rischi per la sicurezza del social amato dai giovani?

Anche la Nuova Zelanda vieta ai parlamentari l’uso di TikTok, l’app di social media di proprietà cinese. Il bando, che riguarderà tutti i dispositivi con accesso alla rete parlamentare, entrerà in vigore il 31 marzo.

Secondo il funzionario Gonzalez-Montero, i rischi sono “inaccettabili nell’attuale ambiente parlamentare neozelandese. La decisione è stata presa sulla base delle analisi dei nostri stessi esperti, dopo una discussione con i nostri colleghi di governo e internazionali”, ha aggiunto. Il divieto si applicherà a circa 500 persone che lavorano all’interno del Parlamento, non a tutti i dipendenti del governo come avvenuto in altri paesi come Stati Uniti e Gran Bretagna. Il primo ministro neozelandese Chris Hipkins ha dichiarato di non avere TikTok sul cellulare. “Non sono così alla moda”, ha dichiarato ai giornalisti.

La Nuova Zelanda seguirà quindi l’esempio di Canada, Regno Unito e agenzie federali negli Stati Uniti, che hanno già bandito TikTok dai dispositivi governativi per problemi di sicurezza dei dati. Anche la Commissione europea ha ordinato di bandire l’applicazione per la condivisione di video dai dispositivi dei propri dipendenti. L’azione globale contro TikTok è iniziata in India nel 2020. Il social network era in una lista di app vietate dopo scontri mortali al confine con la Cina, con New Delhi che affermava di difendere la propria sovranità. Nello stesso anno, l’ex presidente Donald Trump ha accusato TikTok di essere uno strumento di spionaggio per Pechino.

TikTok ha ammesso che i dipendenti della sua società madre ByteDance in Cina hanno avuto accesso alle informazioni sugli account degli americani, ma ha sempre negato di trasmettere questi dati alle autorità.

Come e perché TikTok mette a rischio la sicurezza

TikTok, creato e sviluppato dalla big tech cinese ByteDance, fondata nel 2021 da Zhang Yiming, l’amministratore delegato Liang Rubo e altri, è nell’occhio del ciclone dopo che sono stati sollevati dubbi sulla sua sicurezza. Il sospetto è che l’app possa condividere informazioni rilevanti con il governo cinese, soprattutto per quanto riguarda gli account più sensibili, ipotesi che Pechino ha sempre smentito.

Secondo quanto riferito dai manager di TikTok, il 60% delle azioni di ByteDance è controllato da investitori globali, il 20% dai suoi dipendenti e un altro 20% dai suoi fondatori, che comunque hanno maggiori diritti di voto. Il ministero degli Esteri cinese ha recentemente accusato gli Stati Uniti di diffondere disinformazione sui potenziali rischi per la sicurezza dell’app per spingere i suoi proprietari cinesi a cedere la loro partecipazione. In caso contrario sul tavolo dell’amministrazione Biden – come riportato dal Wall Street Journal – ci sarebbe persino l’ipotesi di un divieto di utilizzo esteso a tutto il territorio.

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