Murgia, con la rete come ai festival

Con altre scrittrici ha lanciato ‘Decameron’

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è michela-murgia.jpg

Tanto vituperata perché disumanizza, allontana le persone, è la rete, nei giorni dell’emergenza coronavirus, ad unirci e farci sentire meno soli. “Adesso fatalmente chi ha un’educazione digitale è avvantaggiato, ma può essere l’occasione in cui l’industria novecentesca, l’editoria, fa un salto nel XXI secolo” dice all”ANSA Michela Murgia che con un gruppo di scrittrici – da Teresa Ciabatti a Chiara Valerio, da Elena Janeczek a Evelina Santangelo, da Caterina Bonvicini a Valeria Parrella e da Rossella Milone ad Alessandra Sarchi – ha pensato e promosso Decameron, una pagina interattiva appoggiata alla piattaforma di Facebook che ha visto subito la collaborazione di molti editori, da Mondadori a Rizzoli, Sellerio e Chialettere, che stanno via via aumentando.
    “Con Decameron abbiamo voluto creare uno spazio dove trovare quello che i lettori cercano ai festival e alle presentazioni.
    Nelle dirette Facebook puoi interagire e magari fare una domanda che non avresti fatto dal vivo. Si mantiene l’effetto dell’incontro. Non puoi avere la firma, ma pazienza, l’importante è che le storie possano continuare a viaggiare” spiega l’autrice di Accabadora, autrice bestseller, vincitrice dei premio Campiello e del SuperMondello.
    “Le uscite editoriali dei prossimi tre mesi rischiano di andare direttamente al macero, altrimenti. Se ciascuna casa editrice, per proprio conto, facesse un’iniziativa simile sarebbe diverso. Se lo fanno autori e autrici si esce dalla logica promozionale e si entra nella cornice della community in cui i lettori e le lettrici si riconoscono quando vanno ai festival. I lettori hanno un grande bisogno di aggregazione intorno a una passione comune” sottolinea la scrittrice.
    E che ci sia un interesse forte e funzioni la rete lo dimostrano i dati: “Tutti i dati social, delle piattaforme, di Netflix, parlano di un forte incremento dei valori in questo periodo. Ovviamente varia molto: per Netflix e RaiPlay è anche superiore al 30%. Chi i contenuti se li sta inventando adesso fatica di più. Noi, tra l’annuncio e l’apertura della pagina di Decameron, abbiamo già 10mila follower. Un veicolo principale della messa a conoscenza dei libri sono le presentazioni e i festival che adesso mancano, restano i media, ma non bastano.
    Aiuta una piattaforma che ti consente di avere molti più lettori di quelli che verrebbero in libreria” dice. Dunque, alla fine, questa modalità d’incontro diventa un vantaggio. “Se trenta case editrici singolarmente organizzassero la stessa cosa su trenta siti diversi nessun lettore troverebbe questa cosa appagante. Se invece esiste una piattaforma dove i lettori possono trovare tutti gli autori, indipendentemente dai marchi editoriali a cui appartengono, il vantaggio è duplice. Ci sono i nomi grossi, ma anche gli esordienti che resterebbero schiacciati. Chi ama Maurizio De Giovanni riesce a procurarselo anche in questi giorni in cui resta a casa, ma non vale per gli esordienti per i quali essere accanto ai grandi nomi è un vantaggio” afferma la scrittrice.
    Un modello che potrebbe continuare? “Per molti autori sarebbe un sollievo. La media per la promozione di un libro è di 60-70 presentazioni all’anno e molti autori non lo possono fare perché non hanno il piglio, perché hanno una certa età, perché non lo hanno mai fatto. Mentre questa cosa è democratica per due motivi: consente a tutti di avere uno spazio e ai lettori esclusi dai festival, penso soprattutto al sud, ai piccoli paesi di provincia, di prendere parte agli incontri. Con la piattaforma puoi vedere la presentazione del tuo autore preferito, dello youtuber, dell’esordiente, del fumettista che ti piace. E’ molto importante l’offerta variegata”.

Ansa.it

Torna in alto