Mary J Blige, libera dai demoni interiori

Dopo le due candidature all’Oscar l’anno scorso con il film Mudbound, a 48 anni Mary J Blige è ancora protagonista degli schermi: la regina della musica nera, la cui formula tra soul e hip-hop le è valsa 13 album e vendite stratosferiche nel mondo, è tra le star di The Umbrella Academy, serie Netflix tratta dai romanzi a fumetti di Gerald Way e Gabriel Ba. Si tratta di un’esperienza nuova per una donna che per sua ammissione ha bisogno di «soffitti da sfondare». Che cosa significa? «Crescita. E cos’è la vita senza crescita?».

L’attrice e cantante, che è anche imprenditrice e designer (ha firmato una linea di occhiali da sole, due profumi e presto debutterà anche nell’abbigliamento) sottolinea che la storia di un gruppo di ragazzini dotati di poteri speciali che devono imparare a usare nel modo giusto le è piaciuta subito perché, in parte, le ricorda la sua infanzia: «O accetti il tuo talento e la responsabilità che richiede o incappi in problemi, come la dipendenza, la droga, l’alcol. Succede a un personaggio di The Umbrella Academy, è successo anche a me».

Si è liberata dei demoni, che nel suo caso, racconta, erano dovuti soprattutto alla paura e oggi sta bene. Ma il periodo di dipendenza, così come la depressione che lo ha seguito, come ogni scivolata, sono state esperienze educative. «Credo che capiti spesso, forse soprattutto a noi donne, di aver paura di noi stesse, di dove possiamo arrivare. Ti rendi conto delle tue possibilità, ma al confronto ti senti piccola. Le tue abilità, la tua capacità di toccare il mondo ti incutono timore. La responsabilità ti toglie il respiro, ti sembra schiacciare, appare troppo grande».

Dover crescere in pubblico – come nel suo caso e in quello dei ragazzini di The Umbrella Academy – non aiuta. «Con il tempo capisci che devi assolutamente buttarti e andare avanti. Solo allora, quando ti fai coraggio e ti arrendi al tuo talento, si aprono tante porte. La cosa importante è continuare a crescere, altrimenti è inutile. Devi provare, rischiare, cadere e tirarti su».

Nella storia degli allievi di The Umbrella Academy, Mary J Blige interpreta la perfida Cha-Cha, il cui obiettivo è di eliminare i giovani che hanno poteri straordinari. Anche per la parte della cattiva ha pescato nel suo passato. «Il lavoro è terapia: per me è sempre stato così. Mi avvicino a ogni ruolo, così come a ogni canzone, con onestà. Scovare emozioni mie personali, vere, e riversarle nel mio lavoro è importante. So per certo che è questo l’aspetto che con la musica mi ha permesso di parlare a milioni di donne».

E’ orgogliosa e commossa dalle lettere e le mail ricevute dopo l’uscita del suo secondo album, My Life (prodotto assieme a Sean Combs) sulla depressione, la violenza domestica e l’abuso di sostanze varie. «Per Cha-Cha sono tornata a tutto ciò che nella mia vita è stato brutto e negativo, perché cattivi non si nasce, lo si diventa».

Se, come i ragazzi della fiction potesse avere un potere speciale, sceglierebbe l’abilità di leggere il pensiero – solo di gente che le interessa, sottolinea – e di viaggiare nel tempo. Le piacerebbe tornare indietro alle fasi dell’infanzia che non ricorda. «Che ambiente avevo intorno quando ero ancora in culla? E a due anni, che tipo di atmosfera c’era a casa mia? Quali sono le esperienze che mi hanno fatto diventare la donna che sono?».

Il suo idolo è la madre Cora. «Ci ha tirato su da sola. Non è stato facile, eppure è stata bravissima. Aveva tre lavori per guadagnare abbastanza. Non posso dimenticare quello che ha fatto per noi».

 

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