Noblesse oblige! Tutte le perle della contessa Patrizia De Blanck al Gf Vip

Ventiquattro ore di deliri nella prima giornata da concorrente di reality show. Perché quello “stronzo” gridato in diretta a Tommaso Zorzi è stato solo l’inizio

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“Contessa pensa all’Authority e conta fino a dieci”. “Io non penso a niente e dico: Adriano Pappalardo, ma vaffanculo”. Era il 2003, la prima storica edizione dell’Isola dei Famosi e la contessa Patrizia De Blanck strappava il microfono alla conduttrice Simona Ventura per una nobile causa: lei, erede della famiglia De Blanck della serenissima Venezia, passava agli annali della tv come pioniera dei siparietti trash da reality show. Forse nessuno come lei negli anni successivi. Tanto che oggi, in un’epoca in cui la televisione del disimpegno è alle prese con la sua età calante per fisiologico crollo di ascolti, viene chiamata di nuovo a scriverne la storia (munita di 100mila euro di cachet, pare).

Chi ben comincia è già a metà dell’opera. E la clip di presentazione della contessa è già un orgasmo per gli amanti del trash, affamati di meme e discepoli di quel Trash Italiano che come nessuno mai collude col tubo catodico per l’incenerimento dei neuroni degli spettatori a colpi di gif su Instagram. Un video lungo appena 10 secondi, quello della signora, che però ne mette da subito in chiaro i talenti. Numericamente, chirurgicamente: “So dire vaffanculo in quattro lingue”. Benvenuta, bentornata. 

Ed ecco allora l’ingresso nella Casa, con la corona che cade sul pavimento subito una prima volta. E lo stabilirsi della supremazia. Quel Tommaso Zorzi su cui tanti puntavano per la quota irriverenza, infatti, vede da subito sfilarsi lo scettro di mano. “No, a te non ti saluto“, tuona la contessa “hai detto in un’intervista che sono una nobile decaduta ma non me pare che so tanto decaduta… stronzo”. L’influencer e content creator 25enne da un milione di follower stavolta proprio non ce la fa a creare una risposta all’altezza: si limita a sorridere in modo nervoso, passivo-aggressivo. E così la prima notte di permanenza di Donna Patrizia nel loft di Cinecittà passa indenne, ma c’è già una certezza: la contessa è sempre la stessa, come reciterebbe quel famoso brano di Enrico Ruggeri: è sempre quel meraviglioso paradosso vivente di titolo istituzionale e dialettica sbragata. 

E allora via ad inanellare una dopo l’altra le perle nella sua nobilissima collana. Al mattino il buongiorno è subito rintronante per i presenti. Patrizia ne ha per tutti: prima lo sputtanamento all’agente dei vip Lele Mora, colpevole di aver pagato 50mila euro ai centralini per far vincere al televoto delle trasmissioni i suoi artisti (tanto che la regia è costretta a cambiare velocemente inquadratura), poi l’attacco alla stessa produzione. A quegli ingenui autori che le chiedono di recarsi in magazzino per il cambio batterie, infatti, De Blanck risponde mettendo subito in chiaro chi comanda: “Io non faccio un cazzo. Io mi incazzo. Mi lasciate qui dentro con una luce così accesa che sembra Broadway. Non posso vivere in questa atmosfera, se mi rompo i coglioni me ne vado”. E’ per questo che a questo punto della giornata immaginiamo dall’altra parte del vetro oscurato un autore televisivo combattuto tra l’istinto di gioire per la risonanza mediatica che avrà la gag e quello di fiondarsi ad un corso di mindfulness subito dopo esser uscito dagli studi. 

Alle cinque, come per ogni aristocratico che si rispetti, per la contessa è l’ora del tè. Servito al veleno alla povera Flavia Vento, colpevole di lagnarsi della troppa nostalgia dei suoi cani. Uno sfogo dolente capace di crepare di tenerezza anche il cuore dei più cinici, ma non quello di Patrizia. Figuriamoci infatti se lei, che cinquant’anni fa colse in flagrante l’adulterio tra l’allora marito baronetto Anthony Leigh Milner e il di lui migliore amico a pochi mesi dalle nozze, può avere pietà di Flavia Vento. “Sei te che stai male, non i cani”, sbotta “I cani se ne stra-sbattono di te, magnano, bevono e stanno insieme tra loro. Io ce ne ho tre di cani e non rompo i coglioni a questi livelli. La tua è tutta una scusa”.  

In serata la malinconia della Vento è tale che la showgirl decide di lasciare il gioco per amore dei suoi amici a quattro zampe. Specularmente, il disprezzo della contessa è tale che la saluta col seguente congedo: “A te invece di andare via ti devono ricoverare. Che cazzo ci sei venuta a fare? Ma vaffanculo, sei tutta stronza”. 

Guai, poi, a pensare di ammorbidirla con le lusinghe della lussuria. Due matrimoni alle spalle e una figlia (Giada, nata con un piglio svenevole che è contraltare perfetto di quello della mamma), arringa così uno scultoreo concorrente che si appresta a mettersi nella vasca da bagno col costume addosso: “Il bagno si fa nudo, tranquillo che di uccelli ne ho visti tanti e quindi vederne uno non mi fa nessun effetto”. E mo prova a fare di nuovo il figo se ci riesci. 

Ma chissà come reagirà la nostra cara Patrizia quando scoprirà che i giornali di oggi titolano “La Contessa è nuda” per via di quell’immagine idi nudo integrale mandata in onda (per sbaglio?) mentre si stava cambiando la veste nelle sue stanze. E’ ipotizzabile che il vaffanculo stavolta arrivi in una quinta lingua.

Today.it

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