Premiata Hilary Swank ‘Mai arrendersi’

All’attrice il Leopard Award, ‘abusi su transgender anche a NY’

“Mi sono sempre identificata in personaggi forti, che non si arrendono, che fanno la differenza. Non so se ho cercato quei ruoli, ma è certo che li ho trovati. E vorrei che fossero riconosciuti anche i direttori dei casting, la loro funzione è fondamentale”. Forse è questa frase che sintetizza più di tutti il carattere di Hilary Swank, umili origini rivendicate senza protervia, due premi Oscar come migliore attrice per ‘Boys Don’t Cry’ e ‘Million Dollar Baby’, Leopard Club Award al 72/o Locarno Film Festival. Maglietta di cotone blu a righe, in una giornata umida e piovosa, tacchi a spillo da 12 centimetri, sorriso bellissimo e disarmante l’artista, 45 anni che sembrano 10 di meno, ha preso parte a una conversazione con i fan con grande naturalezza e disponibilità.”Ho già più di 20 anni di carriera, incredibile. Quando ho vinto il primo Oscar nel 2000 tutti hanno parlato di ‘sorpresa’ e ‘sconosciuta’ invece erano già 9 anni che lavoravo duro nell’ambiente – spiega -. Non sono mai andata a scuola di recitazione, facevo delle commedie di mezz’ora. Avevo due anni di contratto, ma dopo 16 puntate mi hanno licenziata da ‘Beverly Hills 90210’. Mi hanno detto ‘scusa cara, non funziona’. Ma subito dopo è arrivato ‘Boys Don’t Cry’. Se si chiude una porta si apre un portone per questo non bisogna mai mollare. E no, non mi hanno contattato per la serie revival di ‘Beverly’. Come Brandon Teena di ‘Boys’ sono diventata un punto di riferimento della comunità transgender e mi sono accorta che anche oggi a New York ci sono persone che subiscono abusi persino in una città inclusiva. Ogni giorno sono trattati in un modo inaccettabile per un essere umano”.”Certo l’Oscar ti aiuta ad ottenere nuovi film – sottolinea l’attrice -, con Clint Eastwood è stato particolare: dopo il provino mi ha detto ‘è il caso che cominci ad allenarti, dear’, voleva dire che mi aveva preso e ho dovuto mettere su massa muscolare. E’ un uomo semplice, profondo. E’ anche un attore, sa cosa vuol dire stare davanti a una macchina da presa e così ti aiuta, ti protegge, ti senti libera di esprimerti liberamente”. “Nel mondo siamo in un momento critico e qualche volta è giusto fare qualche lavoro ‘leggero’, ma poi finisco sempre a piangere”, dice ridendo. “Con l’età, il successo – precisa Hilary Swank – cambiano però le priorità, mio padre ha subito il trapianto di un polmone e ho voluto stargli accanto e poi i figli, mio marito. Se rinuncio a un film che mi piace, pazienza”.A una giovane ragazza che vuole fare l’attrice e che le ha chiesto durante il focus come entrare nel difficile mondo del cinema, Ilary ha risposto con parole incoraggianti: “Oggi ci sono molte più possibilità rispetto a quando ho cominciato, c’è un enorme quantitativo di contenuti anche di produzioni indipendenti, ci sono molte più chance di entrare. Bisogna studiare, imparare più lingue per esempio perché magari un copione è in spagnolo, essere capaci di ballare, lavorare sui propri movimenti. Senza dimenticare di divertirsi”.

Claudio Scarinzi, Ansa

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