Storie della Tv, Enzo Trapani, rivoluzione nel varietà

“Se Antonello Falqui era la conservazione in qualche modo, era la perfezione geometrica del tutto; elegante, era tutto perfetto. Trapani era l’anarchia, l’anarchia assoluta. Non sapevi mai quello che poteva venir fuori”, parole di Carlo Verdone, tra gli ospiti del nuovo appuntamento con “Storie della Tv”, la serie Rai Cultura, con la consulenza di Aldo Grasso, in prima visione su Rai Storia, e interamente dedicato questa volta alla “rivoluzione nel varietà”, Enzo Trapani.

Sorprendente, spiazzante, controcorrente, la sua tv ha avuto il merito di mostrare il lato più originale del varietà, sperimentando nuove forme e linguaggi e scoprendo straordinari talenti: da Carlo Verdone al Trio Solenghi, Marchesini, Lopez. Comincia ad emergere all’inizio degli anni 60 la TV firmata da Enzo Trapani (1922-1989). Le sue regie e i format che realizza sono delle vere e proprie pietre miliari nella storia del varietà.


Laureato in architettura, dopo una parentesi nel cinema dove lavora accanto a mostri sacri come Rossellini e Renè Clair, trova nella giovane televisione il mezzo che valorizza al massimo la sua originalità e la voglia di sperimentare nuove forme di intrattenimento. Un progetto creativo che trova i suoi vertici espressivi in programmi che hanno fatto epoca. A partire da “Non Stop”, due edizioni (1977 e 1978/79), fucina di giovani comici e artisti al contemporaneo “Stryx” (1978), considerato tra i programmi più innovativi e visionari della storia della tv. Geniale innovatore, sempre alla ricerca di novità, il regista soffriva di profonde crisi depressive che lo portano infine ad un gesto disperato: Enzo Trapani si toglie la vita con la sua pistola nel 1989, aveva 67 anni.


Con le testimonianze di Carlo Verdone, che esordì a “Non Stop”, Bruno Gambarotta, produttore esecutivo di “Non Stop”, Franco Oppini, componente de “I gatti di vicolo Miracoli”, l’autrice Carla Vistarini e Tullio Solenghi, che con il Trio esordì in TV sotto la guida di Enzo Trapani in “Il Tastomatto”, del 1985.

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