Enrico Mentana, Celentano e il potere evocativo della musica in tv

Il giornalista si è confessato al cospetto di Riccardo Rossi in «I miei Vinili»:
una chiacchierata fra aneddoti, ricordi, sensazioni vissute

I dischi che hanno segnato l’adolescenza e la prima età adulta di Enrico Mentana sono i seguenti: «Tema» dei Giganti, «Lucy in the Sky with Diamonds» dei Beatles e tutto l’album che lo contiene, «Sgt.Pepper Lonely Hearts Club Band», «Il ragazzo della via Gluck» di Adriano Celentano, «Il suonatore Jones» di Fabrizio De André, dall’album «Non al denaro non all’amore né al cielo» e «Street Fighting Man» dei Rolling Stones.
Enrico Mentana si è confessato al cospetto di Riccardo Rossi in «I miei Vinili» (Sky Uno, martedì, ore 21,15 e Sky Arte): una chiacchierata fra aneddoti, ricordi, sensazioni vissute. La musica ha una capacità evocativa ineguagliabile e i vecchi dischi in vinile, con i loro solchi e i loro graffi, ci riportano a un mondo analogico di cui stiamo perdendo le tracce.
L’idea non è nuova. Una trentina d’anni fa, alla radio c’era un programma che si chiamava «Dieci dischi, una vita»: l’ospite portava i dieci dischi che avevano segnato la sua vita e, dopo aver religiosamente ascoltato il disco, si abbandonava a una raffica di flashback di rara vividezza. Ovviamente, la bontà dell’incontro dipende dall’intervistato, ma Riccardo Rossi tende un po’ a prevaricare, a dire la sua, a piegare il discorso sul terreno prettamente musicale, a parlare sul disco (a un certo momento Mentana è sbottato: «E fammelo sentire!»). E dire che, nella scelta dei dischi, ci troviamo di fronte a piccole radiografie dell’anima, a tuffi nel passato che ci dicono molto del presente, a madeleine proustiane.
Come potremo, da ora, dimenticare l’esegesi che Mentana ha fatto di Celentano, rivendicando la sua (sua di lui Enrico) milanesità e sottolineando il misoneismo (paura del nuovo) e l’assenza delle donne nella canzone «Il ragazzo della via Gluck»? Altri ospiti sono Anna Foglietta, Rosario Fiorello, Carlo Vanzina, Stefano Fresi e Luca Barbarossa.

il Corriere della Sera

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