Faith Kiddo, il suo EP, dal titolo Venom with Glitter, cambia pelle e morde la vita

L’alter ego di Federica Baraldi ci porta, con quattro canzoni, in un mondo che pare onirico ma in realtà è molto terreno e molto profondo

Il pronipote dell’aspide di Cleopatra è come un bracciale al polso di Faith Kiddo. Attraverso la sua metà vera che si chiama Federica Baraldi, questa artista ha costruito un immaginario nuovo, sposando sonorità dance ed elettroniche con testi intimi, a tratti dolorosi. Venom With Glitter è il mondo pop e un po’ creepy di Faith Kiddo. L’EP mostra quattro diversi volti della stessa bambola, uno sarcastico ma vanitoso (New Skin), uno più sensuale ma incoerente (Nothing I Can Do), uno insano (Go Prince Charming) e uno più vulnerabile e personale (Dirty Laundry). Con Venom With Glitter Faith Kiddo serve un antipasto di parole tossiche avvolte da un sound elettronico ed energico. L’intero EP è una danza che sa di rancore.

Federica partiamo dalla storia dell’Ep, dal titolo e dal tuo nome d’arte.
Il titolo è una anteprima di quello che trovi nelle canzoni. La maggior parte delle volte sono arrabbiata quindi c’è veleno ma con un bel sound pop. Il nome è arrivato quando ho cambiato il cognome su facebook per una brutta esperienza personale: Kiddo perché è la protagonista di Kill Bill e io avevo sete di vendetta. Poi mi sono trasferita a Milano e tutti mi hanno conosciuta così. Faith significa fede e mi piace l’idea contradditoria che ha, può essere il diminutivo di Federica ma anche fede in qualcosa.

L’inglese sarà sempre la tua principale forma di espressione artistica?
Ascolto musica in inglese e dunque mi viene più spontaneo e funziona di più. Il mio orecchio è abituato a quella roba lì e in italiano non sono completamente autonoma. Ho comunque rispetto del cantautorato anche se non mi appartiene.

New Skin descrive benissimo il senso dello scorrere del tempo: tu che rapporto hai col tempo?
Sono vittima del mio tempo, la mia generazione, quella dei millenial, è la più bastonata. Mi sembra di non averne mai abbastanza e ora che è uscito l’Ep devo subito lavorare su altro. Sugli effetti del tempo sul mio corpo non nutro alcun problema.

C’è anche un po’ di consumismo, penso agli occhiali da indossare: descrivimi il tuo guardaroba?
Un insieme di capi eccentrici che non so mai come abbinare e poi salvataggi di abiti normali che mi regala mia madre. Ho un sacco di jeans. Adoro la gonna e vestiti ma i jeans li indosso sempre. Per l’estate avrei pure vestitini anche troppo da sera al punto che li guardo e mi dico che non li metterò mai e in effetti li uso…quasi mai.

E’ vero che una bella borsa e un paio di scarpe fanno già l’80 per cento della femminilità?
Non amo le borse. La femminilità è come porti quello che indossi. Una bella scarpa col tacco si nota sempre. Non è scontato trovare cose che piacciono.

Quali sono le nuove labbra, chirurgicamente parlando, che più ti hanno fatto sorridere?
Non di persone famose ma di persone normali. Noto persone che si sono modificate troppo. Le sole labbra diventano un po’ too much se le ricrei come certe drag queen americane. Ma non giudico.

Sei una maniaca dei selfie e che rapporto hai con i tuoi follower?
Sì ma ne pubblico meno di quelli che faccio. A volte è esagerato. Coi follower ho un rapporto tranquillo. Molti mi seguono dopo avermi visto live, traspare il mio modo di fare. Non ho dovuto bloccare mai nessuno.

Show me your happiness: quando è l’ultima volta che è stata davvero felice?
Quest’autunno quando ho registrato le voci dell’ep e quando ho fatto lo shooting.

Nothing I Can Do sembrano schermaglie amorose 2.0: come si vive la passione al tempo dei social?
Mai iscritta a Tinder in più, per indole, tendo ad allontanare le persone. I social filtrano, ma resto per il conoscersi alla vecchia anche se un po’ indago.

L’incipit di Go Prince Charming parla di una favola meravigliosa: hai una favola preferita?
In realtà sono cresciuta con i cartoni Disney. La principessa è la Sirenetta ma il preferito è Il Re Leone. In comune Simba e Ariel hanno il bisogno di esplorare per trovare loro stessi. Io esploro per me tutti i giorni.

La tua principessa ha sulle labbra venom with glitter oppure è romantica?
Io nella storia sono la cattiva: lei Ariel e io Ursula.

Per altro ha un testo molto crudo, ricorda la Marinella di Fabrizio De André: come è nata?
Mi sono lasciata è ho attraversato un momento di rabbia. Fatico a fidarmi e affidarmi a un altro: io dico subito che non sono perfetta ma se tu ti incammini al mio fianco devi essere consapevole che non saranno solo e sempre rose e fiori. Non voglio sentirmi in colpa perché nella vita si sbaglia tutti.

Dirty Laundry…quanto è difficile oggi lavare i panni sporchi in casa?
Tantissimo. E a volte devi avere un rapporto intenso in casa tua per lavarli bene.

Ti senti simile al protagonista della canzone: di giorno forte e sorridente, la notte a convivere con fragilità nascoste?
Abbastanza. Però non tutti i giorni.

Dove è il confine tra Federica Baraldi e Faith Kiddo? Chi è la più forte?
La più forte è Faith perché è quella che mi ha permesso di reagire a tutte le cose difficili che mi sono accadute. E’ più spavalda e impulsiva, Federica è più timida e riservata ma tende a prevalere.

Che accadrà nelle prossime settimane?
Sto lavorando con Kimerica sui prossimi arrangiamenti, sto selezionando i prossimi brani da sviluppare. Ora si pensa ad accordi e arrangiamenti. Sono un animale da palco e non da studio dunque penso all’autunno nei club.

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