Lo speciale del reality Mediaset si è trascinato lento. Tra risposte note a domande ancor più note e battibecchi triti, non ha aggiunto nulla al programma. A riprova che la minestra riscaldata, in televisione, raramente è buona
Elenoire Casalegno ha confessato di conoscere sin troppo bene la propria aggressività. Pamela Prati ha ribadito la bontà del suo «Chiamatemi un taxi». Andrea Damante, qualora qualcuno ancora dubitasse della sua «fedeltà coniugale», ha preso le parti di Giulia De Lellis, schifando Asia Nuccetelli e ogni sua possibile attenzione. Bettarini, le cui ammissioni notturne sono divenute oggetto di un’inchiesta condotta dalla Procura di Roma, ha confessato di aver temuto il giudizio dei figli. Si sono fatti giochi e si sono letti tweet accomodanti. Si sono dette cose. Cose vuote, la cui ragion d’essere è sconosciuta.
Il Grande Fratello Vip, esperimento cui solo l’Auditel ha regalato la sufficienza piena, sarebbe potuto finire con la puntata di rito e la conseguente incoronazione di Alessia Macari. Invece si è trascinato per una settimana ancora. Amplificando le falle messe in luce dalle dirette precedenti.
Sostanza, lo speciale ne ha avuta ben poca. L’intera puntata, andata in onda lunedì sera, è stata un susseguirsi di fatti noti, incapaci di suscitare il benché minimo interesse. I concorrenti, riuniti tutti ad eccezione di Clemente Russo, sono parsi spaesati. Quasi si chiedessero perché mai, finito il circo, li avessero costretti a ripetersi una volta di più. Persino Ilary Blasi, cui il programma aveva regalato una credibilità nuova, è sembrata titubante. La minestra riscaldata, specie se televisiva, di rado può essere buona.
Vanity Fair