Tilda Swinton al Festival di Cannes svela il suo sogno: «Spero le piattaforme finanzino nuove sale cinematografiche»

La donna che può tutto: Tilda Swinton, splendida sessantenne londinese, Premio Oscar e Leone d’oro alla Carriera, detiene il record per il maggior numero di film presentati quest’anno al Festival di Cannes (6-17 luglio): “Sono cinque o sei – scherza lei – ho perso il conto”. Il più chiacchierato resta The French Dispatch di Wes Anderson (nelle sale italiane dall’11 novembre), di fatto l’unico sprazzo di glam hollywoodiano sul red carpet grazie ad un cast stellare che include Bill Murray, Adrien Brody e Benicio Del Toro. Lei sulla passerella, così come sullo schermo, ha continuato ad incantare con look estremi – la benda nera sull’occhio è una delle sue ultime trovate – e accostamenti audaci – come il verde brillante e il fuxia, come fosse in una versione fluo dei Power Rangers – e per fortuna, ci sarebbe da aggiungere. Senza il tenero gesto mano nella mano con il giovane Timothee Chalamet, suo collega di set, sarebbe stato tutto troppo prevedibile, invece questo gesto materno e così spontaneo ha sciolto persino i cuori dei più gelidi cronisti della Croisette.

E oggi, ospite speciale di Salma Hayek per i talk al femminile di Kering dal titolo Women in Motion, ha dato prova ancora una volta di grande autoironia, intelligenza e fascino.

Quale dei progetti presentati a Cannes è più vicino al suo cuore?
Il doppio film The Souvenir: non solo è diretto dalla mia amica d’infanzia Joanna Hogg – ci conosciamo dall’età di 10 anni – ma vede anche la partecipazione di mia figlia Honor (Byrne, ndr.). So di essere di parte nel dirlo, ma è stata bravissima e sono orgogliosa di lei.

Cos’ha di particolare il progetto?
Innanzitutto, come tutti i lavori di Joanna, non ha sceneggiatura e s’improvvisa, ma stavolta aveva già in mente di farci due film distinti, non perché volesse sbrodolare o avesse pensato in un secondo momento ad un sequel ma perché genuinamente lo ha congegnato così.

Lei tende a lavorare sempre con gli stessi autori, ci ha fatto caso?
Non è una coincidenza, mi fido di chi conosco e mi affido letteralmente a loro, come ad esempio Luca Guadagnino, che ormai conosco da vent’anni. Ammiro i miei colleghi che lavorano con registi sconosciuti e si buttano, io proprio non riesco.

Sarà anche nel prossimo film di Wes Anderson…

E girerò The Eternal Daughter sempre con Joanna, insomma sono una dalle relazioni longeve.

Lei non sembra una persona ansiosa, ma quando è saltato il Festival di Cannes lo scorso anno, che ha implicato anche il congelamento di alcune pellicole, come The French Dispatch come ha reagito?
Aspettare 14 mesi col fiato sospeso non è stato piacevole, ma sono felice, anzi sollevata, di essere tornata. E sai cos’ho visto in questi giorni? Sono tutti estremamente grati e ispirati da quest’opportunità, come se avessero lasciato da parte tutti i preconcetti. Abbiamo tutti vissuto questi mesi di paura per la sala e ora ci risentiamo connessi e abbiamo ritrovato un trasporto puro.

Il suo prossimo sogno?
Il mio desiderio più grande è vedere nascere nuove sale cinematografiche, soprattutto in posti sperduti. Vorrei che fossero le piattaforme streaming a sponsorizzarle perché così mostrerebbero di essere davvero interessate al cinema. Ma per ora è al di là del mio controllo, comunque continuo ad insistere e a proporre l’idea a chiunque.

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