DA JOVANOTTI A TIZIANO FERRO, MILLE ARTISTI PER LA SIAE

Autori e cantanti firmano una lettera “a difesa del diritto d’autore”. Una presa di posizione a favore della Società Autori ed editori, il cui monopolio è messo in discussione dalle norme europee e dalla concorrenza di startup innovative

lorenzo_jovanottiSoundreef schiera Fedez e Gigi D’Alessio? Siae risponde con un fronte di mille artisti. Da Pippo Baudo a Jovanotti, da Tiziano Ferro a Adriano Celentano, da Nina Zilli a Emis Killa. Le loro firme, con quelle di centinaia di colleghi, compaiono su una lettera aperta “in difesa del diritto d’autore” pubblicata oggi. Ma che rappresenta anche, o soprattutto, una difesa della Società autori ed editori, il cui monopolio sulla gestione dei diritti d’autore è messo in discussione da una norma comunitaria e dalla concorrenza di operatori privati come la startup innovativa Soundreef. “Senza tutela del diritto d’autore sarebbe il caos, che costituirebbe un insormontabile ostacolo per il progresso”, scrivono i mille autori. “Difendiamo questi valori e diritti in una casa comune che non grava sulle finanze pubbliche: la Società italiana degli autori e degli editori”.
La polemica attorno al monopolio Siae è legata al recepimento, in discussione in questi giorni al Senato, della Direttiva Barnier, che chiede di garantire agli artisti la libertà di scegliere a quale società affidare la gestione dei propri diritti. Secondo diversi parlamentari, di maggioranza e opposizione, questo dovrebbe comportare l’abolizione dell’esclusiva di legge a favore di Siae, dando la possibilità di operare sul suolo italiano a società di raccolta diritti concorrenti come Soundreef, oggi costretta a offrire i propri servizi attraverso una controllata inglese. Il testo della legge di recepimento destinato ad essere approvato dà però un’interpretazione “minimale” della direttiva, imponendo semplicemente alla Siae di riformarsi per garantire maggiore efficienza e trasparenza.

Secondo il ministro Franceschini, che ha difeso il monopolio, il mercato internazionale sta spingendo verso l’aggregazione di soggetti sempre più grandi. E anche dove l’esclusiva non è stabilita per legge, come in Francia, ne esiste una “di fatto”, per lo più in capo a un soggetto pubblico: “In tutto il mondo gli autori hanno Società come la nostra, che non rispondono ad azionisti o a fiduciarie di venture capital, ma solo ai loro associati”, si legge nella lettera. “Non si può svendere la creatività in nome di una liberalizzazione selvaggia o affidandola ad investitori che puntano a fare profitti sulla intermediazione del nostro lavoro, né con esenzioni ingiustificate e generalizzate”.

Il riferimento, non troppo velato, è proprio a Soundreef, società privata che come tutte le startup ha raccolto una serie di finanziamenti da investitori professionali. Con la sua gestione analitica dei diritti, ogni utilizzazione della canzone uguale un pagamento per l’autore, l’azienda è riuscita ad attirare negli ultimi mesi artisti come Fedez e Gigi D’Alessio, che hanno deciso di abbandonare Siae. Tra i firmatari della lettera di oggi c’è Mogol, che aveva criticato la scelta di D’Alessio. Ma anche Luciano Ligabue, che si era espresso a favore della liberalizzazione del mercato: “Se è vero che esiste un’alternativa alla Siae, beh, non la vedo una cosa sbagliata, la concorrenza potrebbe offrire un servizio messo più a punto”, aveva detto. I nomi spaziano da cantanti come Celentano e Malika Ayana, a compositori come Ennio Morricone, da attori come Roberto Benigni a registi come i fratelli Vanzina e Paolo Virzì.

Repubblica

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