
Il viaggio del nuovo album dell’artista nato nel 1990 – in arrivo il 18 aprile – è iniziato nella Capitale, la città in cui è cresciuto. Ieri, in piazza di Spagna, si è tenuto un concerto a sorpresa di fronte a migliaia di fan devoti.
“Alcuni amore non svaniscono, fanno lunghi giri e poi ritornano”. Per Achille Lauro, l’affetto per Roma e per gli anni trascorsi nella Capitale è sempre presente. E, per citare Antonello Venditti, oggi è più intenso che mai. L’amore per la sua città, per le persone che lo hanno supportato nel diventare il cantautore e il simbolo sexy che conosciamo, ammirato da diverse generazioni, è il tema centrale di “Comuni mortali”, il nuovo album in uscita per Warner Music Italy il 18 aprile. Proprio da Roma e da Venditti, il 34enne ha dato inizio alla settimana che precede la pubblicazione del progetto. Ieri sera, in piazza di Spagna, il romano ha radunato i suoi fan più accaniti per uno spettacolo a sorpresa durante il quale ha presentato in anteprima alcuni brani, ha cantato vecchie hit e ha anche eseguito una cover di “Notte prima degli esami”.
Durante l’evento svoltosi sulla scalinata di Trinità dei Monti, non poteva mancare il brano di Sanremo “Incoscienti giovani”, insieme a pezzi come “Rolls Royce”, “16 marzo” e “Amore disperato”. Tra quelli più amati dal pubblico, che per ore ha atteso l’artista affrontando la pioggia, ha destato grande entusiasmo “AmoR”, il nuovo singolo. “Ritengo che sia una canzone molto significativa nel mio percorso poiché è una dedica a Roma vista come una donna, ma anche a qualcuno che ami – ha spiegato Lauro durante un incontro stampa prima della performance – È una canzone molto diversa dal resto del mio lavoro, che spero possa essere dedicata dai grandi amori poiché è una canzone di speranza – ‘Stanotte è per te’ – rappresenta un vero e proprio ringraziamento. È differente dalle mie melodie che solitamente esprimono profonda malinconia e possono essere dedicate a relazioni terminate. Questa è per i grandi amori che hanno inizio.”
Dodici i brani inediti in “Comuni mortali” che riportano Achille Lauro in una delle interpretazioni più autentiche della sua carriera, che in alcuni tratti ricorda i suoi lavori iniziali. Non è un caso che a conclusione dell’album sia inclusa “Barabba III”, una storia complessa già affrontata in passato.
“Comuni mortali” è l’espressione che meglio incarna ciò che siamo: la fragilità dell’essere umano, la consapevolezza di essere così simili. È un album che racconta un me stesso diverso rispetto a tanti anni fa, parla di un me cresciuto con una nuova consapevolezza. Anche quando parlo di periferia, lo osserva con occhi diversi, quelli di chi conosce le dure realtà a cui talvolta è associata. Riguardo a se stesso, che in quelle aree ha vissuto, ha dichiarato: “Sono stato fortunato perché ho trovato ciò che mi appassionava”. Ma non è una fortuna che tutti incontrano. “Il grande problema dei giovani delle periferie è che arrivano a 35 anni e non hanno più un posto nel mondo: non sanno comunicare, non sanno fare nulla, non sanno amare, non possono più essere amati, non si prendono più cura di sé, non sono più nulla.” Per loro è fondamentale costruire un futuro differente sin dalle basi: “Bisogna ripartire da un’educazione nel sistema scolastico, da un’educazione ai sentimenti, finanziaria, familiare e dall’incoraggiare a seguire le proprie passioni.”
“Comuni mortali” è anche un album di dediche per coloro che hanno assistito alla nascita di questa passione, più o meno indirettamente. Tra queste vi è la madre, Cristina, il cui nome è il titolo di un brano. “Non l’ha ancora ascoltata – ha rivelato Lauro – la sentirà quando l’album sarà pubblicato. Non abbiamo discusso di questa canzone. Sono una persona molto timida e riservata, a differenza di come le persone possono pensare perché nel mio spettacolo mi piace costruire.”
Spettacoli avvincenti per smuovere le emozioni. Anche in compagnia di amici sono socievole, ma per altre questioni non lo sono affatto. Vivo l’amore e la famiglia in un modo particolare, sono cresciuto in maniera singolare. Il fulcro di questo brano è rappresentato dalla frase ‘Ce l’hai fatta’. Oggi osservo con occhi diversi cosa significhi crescere un figlio. Mi rendo conto che da piccoli percepiamo i genitori che a 40 anni ci sembrano enormi, ma quando ci avviciniamo a quell’età ci sentiamo ancora giovani. Non siamo completamente consapevoli e pronti. Iniziamo a capire che era una ragazzina che allevava un ragazzino.
L’AMORE E IL FUTURO DA PADRE
A proposito di figli, l’artista nato nel 1990 ha rivelato: “Mi piacerebbe moltissimo, ma ho tante riflessioni da fare prima e deve davvero valerne la pena. Un figlio è il frutto di qualcosa di significativo, di una scelta di vita. Non è semplicemente ‘Desidero un bambino perché ho 35 anni’”. Attualmente single, Lauro non ha fretta neanche per quanto riguarda l’amore: “Ho trascorso molti anni con una ragazza. Non dico ‘No, non mi interessa’. Conosco il significato di una relazione duratura, ciò che è l’amore e adesso lo vivo in un modo personale. È qualcosa di incondizionato, è donare senza aspettarsi nulla in cambio, va oltre le relazioni. La relazione è qualcosa che attualmente mi manca e sinceramente riesco a stare da solo. Non sento quella necessità. Il giorno in cui deciderò di compiere questo atto di coraggio di unirmi a qualcuno e scegliere di condividere la vita, sarà con una persona per la quale varrà la pena, con la quale desidererò costruire qualcosa di bello. Altrimenti, ho una libertà così preziosa che vale troppo.”
IL CIRCO MASSIMO E I CONCERTI
Adesso, Achille Lauro è concentrato sui concerti previsti nei palazzetti nel 2026. Tuttavia, prima ci sono due date già sold out al Circo Massimo di Roma, il 29 giugno e il 1° luglio. “Mi piacerebbe che il Circo Massimo diventasse un punto di partenza, il mio primo vero concerto. Stiamo lavorando sulla musica, sugli arrangiamenti, sulla formazione, sulla scenografia. Questa volta desidero che le persone tornino a casa con qualcosa di intenso sia a livello emotivo che musicale”, ha anticipato. Ci sarà altro in programma? “Stiamo considerando una terza data perché annunceremo qualcosa di ancora più grande”. Lo stadio Olimpico di Roma nel 2026, magari? “Ci piacerebbe”. Chiedendo dei sogni futuri, Lauro non esclude un possibile debutto cinematografico, ma non come attore: “Scrivo molte cose, sto conversando con un produttore cinematografico. Non sono un uomo da palcoscenico, sono più un uomo di pensiero; sto collaborando con un produttore per realizzare qualcosa di grande”. E i fan non vedono l’ora di scoprire quando il prossimo sogno di Lauro diventerà realtà.