Stasera torna, su Rai3, “Report”

Nuovo appuntamento con “Report”, in onda su Rai3 e su Raiplay alle 21.20, condotto da Sigfrido Ranucci. Nel primo servizio dal titolo L’amara giustizia, la giustizia dovrebbe essere imparziale e le sentenze frutto di decisioni non condizionate da interessi personali. Ma cosa succede se accusa, difesa e giudici si scambiano favori, soldi e informazioni segrete? Proveremo a capirlo raccontando il cosiddetto sistema Siracusa: notizie di reato e informative della Guardia di Finanza ottenute in anticipo da uomini dello Stato, dossier segreti, presunta corruzione di magistrati per favorire i propri clienti tra cui l’Eni – il gigante petrolifero italiano. Una rete che unisce i misteri della presunta maxi tangente per il giacimento nigeriano Opl245, il petrolchimico di Augusta, un ministro della repubblica e il Consiglio di Stato, la più alta corte di giustizia amministrativa. Report ha raccolto in esclusiva la versione di Piero Amara, l’avvocato al centro di questa fitta trama di relazioni opache. Proveremo a capire cosa è successo davvero e quanto la giustizia italiana sia ancora affidabile.
A seguire Il fascino della divisa, in cui per preservare il Made in Italy il governo intende disincentivare le delocalizzazioni in paesi con un più basso costo del salario e una minore imposizione fiscale. Negli ultimi anni i settori più colpiti sono quelli del tessile e dell’abbigliamento. Secondo l’Osservatorio Cribis, in dieci anni si sono persi 3,5 miliardi di fatturato, hanno chiuso 4.000 aziende e sono spariti 40.000 posti di lavoro. Tra le ditte italiane che producono abbigliamento, quelle che ricevono maggiori soldi pubblici sono le aziende che confezionano divise e uniformi per le amministrazioni dello Stato, forze armate e forze dell’ordine. I ministri e sottosegretari che amano indossare in pubblico giacche, giubbotti e divise di Polizia, Vigili del fuoco, Carabinieri, Esercito sanno dove vengono realizzati questi capi e chi li produce, quanto costano e chi ci guadagna? Report è entrata nelle fabbriche all’estero che confezionano uniformi e divise e ha parlato di prezzi con gli amministratori. Chi ci perde, quasi sempre, è lo Stato.
E infine nel servizio intitolato E’ intollerabile, le allergie alimentari trasformano la quotidianità di chi ne soffre, circa due milioni di italiani, in un percorso a ostacoli. Per il regolamento europeo 1169 del 2011 gli alimenti da tenere d’occhio poiché contengono sostanze allergizzanti sono quattordici. E dovrebbero essere segnalati sul menu o sul libro ingredienti dei locali che ci forniscono cibo e bevande. Ma è davvero così? Quanti di questi locali sono in regola?

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