D’ALESSIO: «VOGLIO A MADE IN SUD RENZI COME SALVINI»

Più spazio alla musica live con una band dal vivo e Gigi D’Alessio nel ruolo di maestro di cerimonie, una truppa di volti vecchi e nuovi del cabaret, un tandem di presentatrici come Fatima Trotta e Elisabetta Gregoraci, siparietti comici che coinvolgono anche la popstar e soprattutto uno spazio tra la risata e la riflessione con politici, uomini di cultura e di sport. Con invito già lanciato a Matteo Renzi e Matteo Salvini che hanno detto si e dunque potrebbero partecipare ad una delle prossime puntate. Non quella di stasera però che avrà come ospite il cantautore albanese Ermal Meta. «I politici verranno solo se l’invito sarà raccolto da almeno 6-7 personaggi, altrimenti credo che il progetto non andrà in porto», precisa Francesco Pinto, direttore del Centro Rai di Napoli.
È il nuovo format di «Made in Sud», che da stasera torna su Raidue dalle 21,20 con formula e cast rinnovati e un impegno sociale più sentito. Dodici puntate già programmate per lo show giunto alla decima edizione totale (la quinta sul secondo canale Rai), sempre sorretto dal gradimento del pubblico. Il programma di Nando Mormone e Paolo Mariconda, realizzato negli studi Rai di Napoli, riparte dopo la separazione da Gigi & Ross, conduttori storici, e da una serie di comici nati proprio alla Tunnel. E con una presentazione nel foyer di viale Marconi cui partecipa a sorpresa anche il cardinale Sepe, che in passato aveva già raccolto fondi di beneficenza con l’aiuto di D’Alessio. Stavolta a beneficiare saranno il Policlinico vecchio e nuovo e i bambini portatori di handicap per cure odontoiatriche e per autoambulanze speciali. «Gigi è sempre stato prodigo di gesti di bontà e solidarietà. Ed è bello che l’aiuto arrivi da un programma comico», osserva il cardinale.
«L’idea è di allargare ulteriormente i confini, di essere Made in Sud ma capaci di andare ben oltre. Un programma aperto a tutti, come i portoni della chiesa e che avrà bisogno della protezione dall’alto perché al Sud abbiamo sempre sofferto e ora ce la meritiamo», spiega D’Alessio cercando lo sguardo complice di Sepe. «Qui è più difficile essere buoni, perché alle spalle ci sono miserie e sofferenze, abbiamo un doloroso passato da emigranti. Ma questo non giustifica fatti come quelli accaduti all’ospedale Loreto. Di quelli ce ne vergogniamo tutti. Tornando allo show avremo ospiti di ogni tipo, innanzitutto cantanti e musicisti, ma anche esponenti di politica, cultura, istituzioni, sport, il marchio dunque sarà pure made in Italy».
Poi il discorso di sposta sul momento delicato del rapporto Nord-Sud e ciò che è accaduto a Napoli sabato per il comizio di Salvini. «Con la violenza non si va da nessuna parte. Sono totalmente contrario alla forma di protesta che è stata messa in campo. Il Meridione ha un grande cuore, è per la tolleranza e l’accoglienza e dobbiamo unire e non dividere, qui ho invitato tanti politici e mi hanno tutti confermato la presenza. Tra cui Matteo 1 e Matteo 2 (Renzi e Salvini, ndr), ma è chiaro che sanno di venire in uno spettacolo di intrattenimento, qui non siamo a Porta a porta, l’ospite dovrà mettersi in gioco, cantare magari o fare altro. Ci saranno 6-7 minuti ogni puntata dedicati a questo momento particolare, a partire dalla seconda puntata. Intanto, con Ermal Meta, faremo Non dirgli mai mentre lui canterà Vietato morire e Amara terra mia. E ci saranno prossimamente ospiti come Giovanni Allevi».
Il direttore del Centro Rai Napoli, Francesco Pinto, dà la sua benedizione alla nuova avventura: «Torna il sorriso e l’ironia di Made in Sud che sono ormai un tratto caratteristico della nostra città», mentre il capostruttura di Raidue, Fabio di Iorio, ironizza pensando a Sanremo: «Gigi ha preteso una giuria di qualità per far parte dello show». Il patron Nando Mormone non parla degli assenti: «Hanno fatto altre scelte. Noi proseguiamo alla grande, arricchendo lo spettacolo e non snaturandolo. Ci saranno nuovi ingressi come Antonio D’Ausilio, Marco Bazzoni e Alessandro Di Carlo, oltre a giovani promettenti. Uno arriva anche da Lecco, segno della nostra apertura».

Il Mattino

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