Obiettivo principale degli autori è quello di sospendere il racconto in un equilibrio perfetto tra commedia e realismo. Alla fine si parlerà sempre di gestione dei figli, di sbandate, di amore coniugale, di lavoro e famiglia, ma lo si farà soprattutto per combattere i cliché. Fabio Troiano (che veste i panni di un omosessuale disinvolto e soprattutto in pace con se stesso) si stupisce quando si trova a recitare battute che nella vita reale direbbe alla sua fidanzata. «È questo che mi ha affascinato di più – spiega l’attore – l’idea che la coppia gay non è più in scena per parlare di se stessa e della sua diversità, ma per raccontare le sue affinità con le coppie etero».
Gli uomini, comunque, sono i veri protagonisti di questa fiction. Le donne finiscono per essere delle comprimarie (seppur importanti). Gli attori (Solfrizzi e Nigro su tutti) interpretano ruoli inediti ma ormai molto diffusi oggi: i papà che si occupano di figli, che fanno la spesa, che gestiscono la casa e che – non lavorando – finiscono per prendersi quel tempo e quegli spazi un tempo appannaggio del mondo femminile. Insomma i «compagnoni» di Amici miei, ora si ritagliano il tempo per le zingarate tra un biberon e un minestrone.
Pier Francesco Borgia, il Giornale