Ricavi tv in Europa, Comcast (Sky) prima ma Netflix sale al secondo posto

In Europa è Comcast il maggiore gruppo televisivo, grazie ai ricavi che fa con Sky nei diversi paesi in cui è presente, ma al secondo posto è salito il player che più sta facendo parlare di sé in questi anni: Netflix. Secondo Ampere Analisys, infatti, il servizio in streaming ha ormai superato il gruppo televisivo tedesco pubblico Ard che scende al terzo posto e ovviamente anche la Bbc, ormai al quarto.

«Dal lancio nel 2012, Netflix è cresciuto rapidamente in Europa», ha spiegato Tony Maroulis, principal analyst di Ampere. «Nel 2016 aveva lanciato i suoi servizi in tutta Europa e ha superato il traguardo di 1 miliardo di dollari di entrate. Entro il 2017, aveva il maggior numero di clienti di qualsiasi attività televisiva in abbonamento nel Continente. Ed entro il 2020 ha raggiunto un altro traguardo: è diventato il secondo operatore più grande in Europa in termini di ricavi».

Secondo la società di ricerca, Comcast ha il 12% di ricavi dell’area, Netflix il 6,1% e Ard il 5,7%. Ancora è presto per avere i dati definitivi dello scorso anno ma Ampere indica su quali grandezze si muovono i tre player: 13,3 miliardi di dollari Comcast (10,9 miliardi di euro, ma questi sono i ricavi già comunicati dal gruppo Sky per i primi nove mesi), 6,7 miliardi di dollari (5,5 miliardi di euro) Netflix e 6,3 miliardi di dollari (5,2 miliardi di euro) Ard, anche a causa del calo della pubblicità.

A seguire ci sono la Bbc con il 4,2% del totale, poi il gruppo Canal+ con il 3,2% e via di seguito fino ad arrivare al 2,3% di Mediaset, al 2,1% della Rai e al 2% di Amazon Prime Video.

«Mentre Netflix ha riscosso successo in tutto il Continente, i gruppi locali stanno affrontando un aumento della pressione competitiva», ha aggiunto Maroulis. «Nei prossimi anni, Netflix da solo avrà una potenza finanziaria maggiore di tanti altri gruppi commerciali messi insieme e la sua scala significa che è in grado di produrre una quantità di contenuti di alta qualità che la maggior parte dei suoi concorrenti locali non può eguagliare. Questo squilibrio fra globale e locale accelererà ulteriormente lo spostamento degli spettatori online».

Andrea Secchi, ItaliaOggi

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