NETFLIX, I VECCHI DVD SERVONO

La società ha ancora 4,2 milioni di abbonati negli Usa che ricevono i film via posta. Fanno 69 mln di utili e coprono la perdita internazionale

netflixNetflix offre negli Usa oltre 4,5 mila titoli di film via streaming e più di 1.150 serie e show tv. Un numero enorme se paragonato alle altre versioni internazionali: in Italia siamo a un migliaio di film e 200 show. Eppure Oltreoceano c’è uno zoccolo di abbonati vecchio stampo che riceve ancora i film in formato dvd via posta, il modello di business con cui Netflix è nato nel 1997.
Pochi infatti si ricorderanno, ma Netflix 19 anni fa è stato fondato come videonoleggio online per fare concorrenza a Blockbuster, offrendo la spedizione a domicilio di un numero illimitato di titoli dietro un abbonamento mensile.
E ancora oggi questo servizio, sebbene la società lo stia lasciando lentamente morire, è funzionante negli Usa e nell’ultimo trimestre aveva 4,2 milioni di utenti. Gli abbonati pagano un minimo di 5 dollari al mese: scelgono i film che vogliono vedere sul sito, viene loro recapitato a casa in un paio di giorni, lo tengono quanto vogliono perché non ci sono tempi di restituzione né penalità per i ritardi, e poi lo restituiscono gratis lasciandolo nella propria cassetta delle lettere. A quel punto Netflix ne spedisce loro un altro. Chi paga 5 dollari può guardare al massimo due film al mese, ma chi spende 8 dollari può ricevere dvd illimitati. Pagando ancora qualcosa di più, 12 dollari, in ciascun pacco ci saranno 2 dvd anziché uno, sempre per invii illimitati al mese. Con uno o due dollari in più, infine, si avranno blu ray, quindi la qualità migliore per l’home video.
Netflix da un paio d’anni a questa parte non spende più un dollaro per il marketing del servizio, a fronte di 282 milioni di dollari (258,6 mln di euro) di investimenti per il marketing dello streaming on demand. D’altronde il business è in mano all’online e i dvd rappresentano soltanto il 6% dei ricavi (132,4 milioni di dollari, circa 121 milioni di euro, nell’ultimo trimestre contro i 2,3 miliardi di dollari, 2,1 miliardi di euro, del consolidato), mentre gli abbonati tradizionali diminuiscono in continuazione: erano 4,5 milioni a giugno 2016, 4,9 milioni a settembre 2015 e così via.
Però questo zoccolo duro serve a Netflix per ripianare le perdite della presenza internazionale. Mentre il contributo ai profitti dello streaming negli Usa è stato di 475 milioni di dollari (435,6 milioni di euro) da giugno a settembre 2016, sullo streaming internazionale ancora in fase di sviluppo c’è stata una perdita di 68,6 milioni di dollari (63 milioni di euro). E i vecchi dvd guarda caso garantiscono un margine di 68,7 milioni di dollari. Quei 4,2 milioni di abbonati tradizionali per ora sostengono lo sforzo sui 39,2 milioni di abbonati di nuova generazione internazionali.
Ma cosa spinge questi affezionati del dvd a tenere ancora un abbonamento del genere quando passando alla versione online di Netflix potrebbero avere film illimitati all’istante? Il fatto è che lo streaming non ha per niente avuto ancora una diffusione universale, nemmeno fra chi sarebbe motivato a sperimentarlo come gli amanti dell’home cinema. Ci sono barriere culturali, perché infilare un disco nel lettore e spingere play è ancora la cosa più semplice per molti. Ma ci sono anche barriere tecnologiche, dalla necessità di una buona connessione a banda larga al possesso di un set top box o di una smart tv.
Per i più esigenti in termini di qualità, poi, il blu ray resta imbattibile, almeno fino a quando lo streaming non avrà alzato ancora l’asticella verso il 4k e le connessioni avranno fatto altrettanto. Infine, ci può essere anche l’aspetto psicologico: un dvd per volta significa doversi dedicare a quello, fare una scelta ponderata dall’inizio. Perché l’eccesso di scelta, a volte, può essere peggio della poca varietà.

di Andrea Secchi, ItaliaOggi

 

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