Purple Disco Machine e il successo di Hypnotize: “Inaspettato, ma non farò sempre la stessa canzone”

Da qualche mese tutte le radio hanno trasmesso in heavy rotation “Hypnotize”, che per qualche giorno è stata anche la canzone più trasmessa in Italia. A suonarla è Purple Disco Machine, dj tedesco che si è avvalso della collaborazione di Sophie and the Giants: “Molta pressione ma non vado in panico”.

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Da qualche mese tutte le radio hanno trasmesso in heavy rotation una canzone suonata con un giro di basso molto italo disco, con un gusto retrò che ha conquistato un po’ tutti. Si tratta di “Hypnotize” che per qualche giorno è stata anche la canzone più trasmessa in Italia e a suonarla è Purple Disco Machine, progetto cui si cela il tedesco

dietro cui si cela il tedesco Tino Piontek, veterano della disco ed elettronica, che si è avvalso della giovane band Sophia and the Giants per la parte vocale. Questo incontro è stato fortunato al punto che Piontek non aveva previsto in alcun modo. Gli abbiamo chiesto quali risposte si è dato per questo successo e cosa succederà da oggi in poi.

Sei stato uno dei fenomeni radio italiani di questa estate, ti abbiamo trovato improvvisamente protagonista, cosa è successo?

Guarda, è stata una sorpresa per me, non ci saremmo mai aspettati che “Hypnotize” sarebbe diventata così famosa in Italia, mi ritengo assolutamente fortunato e ancora mi sto chiedendo perché.

Non ti sei dato alcuna risposta?

Un paio, in effetti, sì, anche perché ci ho pensato molto. Innanzitutto credo che questa canzone suoni un po’ come l’italo disco, quindi forse le persone hanno più confidenza con questo tipo di musica, la seconda cosa è la situazione, specialmente in Italia, in cui ci si è trovati: è stata complessa e forse questo pezzo ha aiutato un po’ le persone ad attraversare queste difficoltà, perché ha questa energia e queste vibrazioni positive, ti fa sorridere. Forse questa è proprio questa una delle ragione del successo della canzone.

Parlavi della questione dell’italo-disco, in effetti in questi ultimi anni in Italia c’è stata tanta retromania, specie di suoni che hai portato con questa canzone…

Questa canzone suona come un brano italo-disco, certo, ho creato la linea di basso che è tipica di quel genere, quindi questa connessione con l’Italia c’era già all’inizio, quando ho cominciato a creare questa canzone.

Pensi che Hypnotize possa essere un grimaldello per portare anche altra musica tua a un numero maggiore di persone?

Sì, in effetti penso di averlo già fatto, ho avuto un po’ di canzoni che hanno avuto successo in Italia, ma mai di questo tipo: tutte le radio hanno suonato questa canzone, quindi è naturale che “Hypnotize” porti me, come artista, a un altro livello. La radio, in fondo, è ancora il mezzo migliore per portare la tua musica a tutti.

Possiamo aspettarci qualche collaborazione con artisti italiani? C’è qualche nome che hai già individuato o con cui ti piacerebbe fare un feat?

Onestamente non conosco molto della musica italiana di questo periodo: quando ho suonato a Verona, qualche settimana fa, ero attorniato da tutti artisti italiani e ho realizzato che non avevo idea di chi fossero gli altri ragazzi, non ascolto musica italiana, ascolto solo musica italiana un po’ datata, dei tempi dell’italo disco.

Sarò banale, ma puoi spiegare a chi non ti conosce qual è la tua storia?

Il mio vero nome è Tino Piontek e vengo dalla Germania, la parte Est, da Dresda, ho 39 anni, una famiglia e due figli. Sono in questo mondo da vent’anni, ormai, avevo un progetto prima di Purple Disco Machine, il cui progetto nasce nel 2009. Ho sempre fatto house, disco, French House, italo disco e sono influenze che ho da sempre, quando ero piccolo mio padre aveva una grande collezione di vinili, quindi ascoltavamo musica tutto il tempo.

Come mai ti sei gettato proprio sull’elettronica?

Mio padre ascoltava vari generi, rock, pop e all’inizio, quando ero piccolo, avevo 9-10 anni ascoltavo Phil Collins, Peter Gabriel, Pink Floyd, ma facevo sempre molta attenzione alle parti più elettroniche di quelle canzoni, in più non sono mai stato veramente dentro le chitarre, mi sono sempre piaciuti i sintetizzatori, per questo ho sempre amato artisti come Kraftwerk, Giorgio Moroder. Era quella la musica che volevo fare, suonare, quando avevo 17 anni, quando cominciai a collezionare vinili, fare il dj, fare musica a un livello più alto. È tutto nato così, non ho mai suonato uno strumento, non potevo creare una canzone tutta mia, quindi la sola cosa che potevo fare era campionare la musica che amavo e quella che amavo era appunto la disco e quella elettronica.

Come è nata la collaborazione con Sophie and the Giants?

È stato nell’estate del 2019 che ho deciso di creare un secondo album. Quando abbiamo cominciato a lavorarci, avevo una lista su cui io, la mia etichetta e il mio manager segnavamo possibili collaborazioni. È stata la mia label a propormi Sophie, io ho ascoltato tutti gli artisti che mi avevano suggerito e da subito ho amato Sophie and the Giants, ho amato Sophie come persona e quando ho finito la demo – era una delle prime canzoni finite – gliela mandai e lei mi rimandò indietro la sua parte e ancora non riesco a crederci. La cosa divertente è che prima di finire la canzone non ci eravamo mai visti di persona, non ci eravamo mai incontrati, ho prodotto la canzone a Dresda, nel mio studio, poi la mandavo a lei, lei registrava la sua parte ed è stato sempre così, mai incontrati di persona. Per me è quasi una cosa magica, la sua parte è perfetta, si incastrava alla perfezione.

Un incastro magico, insomma…

Esattamente, e quello che ho sentito quando ho ascoltato per la prima volta quello che aveva fatto era che era fantastico, incredibile. Lei si era proposta anche di rifarla, ma le ho detto di no, era perfetta così, perfetta nell’imperfezione, questa è anche una delle ragioni per cui il brano ha avuto questo successo, non suona come una cosa super professionale. È perfetta in maniera imperfetta, anche perché abbiamo usato la prima versione che mi ha mandato, le ho detto “non rifarla, non cercare di essere perfetta, va benissimo questa”.

Puoi dirci qualcosa sul tuo prossimo album?

L’album si chiamerà “Exotica“, spero che uscirà – anche perché non è ancora finito – il prossimo anno, in primavera, stando al piano. Sarà composto di 12-13 canzoni di cui ne ho chiuse una decina, sto ancora lavorando su un paio di canzoni, ma ho quasi finito, ed è il prosieguo naturale del mio primo album “Soulmatic” uscito nel 2017. Naturalmente sviluppa quel suono in salsa ’80, elettronico, ma c’è anche molto funk e soul.

Immagino che Hypnotize abbia cambiato qualcosa, almeno come aspettative…

Dopo “Hypnotize” e il suo successo c’è molta pressione, perché la gente si aspetta che tutto l’album suoni come quel brano, ma non sarà così, alla fine è proprio quello che non volevo fare, cercare di fare un’altra “Hypnotize”, anche perché tutti avrebbero fatto il confronto. Il prossimo singolo, invece, sarà differente ma in pieno spirito Purple Disco Machine, e tutte le persone che hanno sempre amato PDM, la mia musica, ameranno anche l’album, spero.

Hai paura che possa diventare, alla fine, una sorta di One Hit Wonder, nonostante la tua carriera lunga e i successi precedenti?

Non credo, anche perché sto in questo mondo da vent’anni ormai e come Purple Disco Machine ho già avuto un paio di successi importanti, forse non in Italia, ma alcune mie canzoni hanno avuto enorme successo in Francia, in Gran Bretagna. So che c’è molta pressione a causa di Hypnotize, ma non la sento, non vado in panico, posso scrivere canzoni e anche se non avessi avuto una canzone con quel successo sarei comunque contento, perché posso ancora suonare come dj in giro per il mondo. Sto bene, non ho alcun tipo di stress.

Qual è la situazione per un dj in questi mesi di impossibilità di fare live?

La situazione è difficile, lo è in tutto il mondo, siamo tutti nella stessa situazione. La cosa buona, per quanto mi riguarda, è che mi sono sempre focalizzato su due cose, sui miei live da dj e sulle produzioni, ho uno studio e ormai spendo tantissimo tempo lì, producendo canzoni, remix, canzoni per altri. Se guardo ai miei colleghi che lavorano esclusivamente come dj, non sono musicisti o non possono pubblicare musica, però, penso che per loro è difficilissimo e spero che tutti riescano a sopravvivere finanziariamente, che l’economia riesca a sopravvivere a questa crisi, abbiamo bisogno di farci forza, di resistere, e spero che riusciremo a uscire da questa situazione e che l’anno prossimo si possa tornare a fare concerti.

Anche perché la musica è stata una stampella per tutti durante i lockdown, no?

È arte e tutti hanno bisogno di arte, è così importante, anche se i Governi non se ne rendono conto, e questa è una cosa stupida perché questa cosa è fondamentale soprattutto per le nuove generazioni, saranno persi se non potranno ascoltare musica e guardare i propri idoli suonare live. Alcuni dei momenti più belli della mia vita sono quelli in cui ho potuto vedere i miei cantanti preferiti suonare live, vedere i Genesis, i Daft Punk, sono i momenti migliori della mia vita e spero che l’anno prossimo si possa finalmente tornare a farlo.

Music.fanpage.it

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