I MUSEI INVESTONO SUI SOCIAL, MA GLI ITALIANI VORREBBERO PIÙ CULTURA IN TV

La ricerca dell’Osservatorio News-Italia: “Il rischio è rivolgersi solo a un pubblico già fidelizzato”

telecomando tvCome si informano gli italiani sul patrimonio culturale? E quali sono le strategie di comunicazione dei musei? In occasione della quarta edizione del Festival del Giornalismo Culturale – inaugurato ieri e in programma in questi giorni tra Urbino e Fano – l’Osservatorio News-Italia ha presentato una ricerca che indaga il rapporto tra informazione e beni culturali.
Al primo posto nella dieta mediatica degli italiani c’è ancora la Tv, anche se continuano a crescere le ricerche online, con un più 28% negli ultimi cinque anni. Se i social network segnano un lieve aumento rispetto allo scorso anno (+3%), l’informazione è sempre più mobile: l’utilizzo di device e smartphone è in crescita del 15% sul 2015. Se si parla però di informazioni su esposizioni, mostre e collezioni, la musica cambia e i primi tre mezzi citati sono tutti «tradizionali»: al primo posto ci sono i materiali promozionali cartacei, seguiti da televisione e poi quotidiani e riviste.
È possibile ricostruire un identikit dei visitatori dei musei? Un terzo degli intervistati non ha visitato nemmeno una mostra nell’ultimo anno, il 42% ha visitato da una a tre mostre e il 25% più di quattro. I non visitatori sono per la maggior parte donne, ultrasessantacinquenni e con un basso tasso di scolarità. I visitatori occasionali invece sono in prevalenza giovani, con un titolo di studio di scuola superiore e laureati. I visitatori assidui invece sono in prevalenza uomini, tra i 50 e i 64 anni, laureati.
Queste differenze trovano riscontro anche nel modo di informarsi. Mentre i non visitatori indicano come fonti informative in primo luogo i media tradizionali, i visitatori occasionali vorrebbero trovare più informazioni sul web e in televisione.
E i musei come pianificano la comunicazione? Dalla ricerca emerge che si rivolgono per lo più a un pubblico già «fidelizzato». Se i musei dichiarano di essere proiettati verso lo sviluppo di profili di social network e sito web, gli intervistati invece fanno riferimento a media più tradizionali come i materiali promozionali cartacei e la televisione.
Insomma mentre i musei vogliono investire su social e portali online, tematici e non, gli italiani desidererebbero trovare informazioni su mostre, esposizioni e collezioni in televisione e, in seconda battuta, su materiali cartacei e sito web. Le richieste sono quindi distanti dalle proposte.
Lo stesso vale per l’uso dei social media: i musei dichiarano di scegliere nella quasi totalità Facebook (97%), ma anche Twitter (62%), Instagram (31%) e YouTube (25%). Gli italiani, invece, per informarsi sui musei paiono prediligere soprattutto i social «a base visuale». Dopo Facebook, ci sono YouTube, Instagram e Pinterest.

La Stampa

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