NOI, FAMIGLIA DELL’AUDITEL

panel auditel famiglia tv

(di MASSIMO SIDERI, mind Corriere)Dal telecomando fantasma all’anonimato violato: ecco le falle nel sistema dei rilevamenti tv raccontate da chi è nel panel. Ecco tutto ciò che avreste voluto sapere sull’Auditel e non avete mai osato chiedere: millimetrico, discount con un livello di anonimato da Guerra fredda e in grado di rappresentare tutti gli strati sociali, come racconta il mito? Non proprio a parlare con una famiglia che fa parte del panel da pochi mesi e che abbiamo contattato in seguito allo scandalo dell’ «Audigate» svelato dal Corriere.
Primo: esiste il famigerato telecomando con il quale gli appartenenti al panel dovrebbero segnalare, di volta in volta, quante persone sono sedute davanti alla tv? La nostra famiglia – che chiameremo XY – non lo ha mai visto. Nessuno ne ha fatto cenno quando gli hanno montato il meter, lo strumento di rilevazione che è collegato sia alla tv che al decoder Sky. E, anzi, dalle domande poste dal personale sul numero di componenti del nucleo è facile supporre che il calcolo sia frutto di una media, che nell’epoca della sorveglianza di massa, di Edward Snowden e dei social network , risulta un tantino démodé (peraltro ci hanno scritto anche un saggio di successo: The average is over , liberamente traducibile come la media è morta). Potrebbe sembrare un particolare ma non lo è visto che la supposta superiorità del sistema Auditel nel calcolare lo share dei programmi rispetto alle metriche delle tv a pagamento come lo smart panel è basato proprio su questo numero magico. Magari qualcuno lo avrà questo telecomando ma, evidentemente, non tutti. Forse la famiglia XY fa eccezione.
Secondo: per il disturbo della partecipazione al panel c’è un bonus annuo di 40 euro annui e per permettere al personale di montare i necessari strumenti di rilevazione bisogna dare la disponibilità a far entrare un tecnico dal lunedì al venerdì in orari d’ufficio. Le coppie che lavorano potrebbero dunque risultare sottostimate, come anche gli strati più ricchi della popolazione che difficilmente saranno propense ad accettare il disturbo. Altro elemento importante perché l’attendibilità dell’audience richiede che il panel riproduca il più esattamente possibile la stratificazione sociale, culturale ed economica delle persone davanti alla tv.
Terzo, ultimo e forse più importante dubbio. Ma i dati su chi fa parte di questo sacro panel dal quale dipendono 4 miliardi circa di investimenti pubblicitari sui canali televisivi non dovrebbero essere trattati come la lista di chi detiene dei soldi non dichiarati al Fisco in Svizzera? Questo è l’occhio del ciclone dell’ Audigate , visto che da quanto è stato scoperto dal Corriere e poi confermato da Auditel, Nielsen (la società a cui sono affidate le rilevazioni) e Rai e Upa in qualità di azionisti dell’Auditel, il panel è stato contaminato da uno scambio improprio di email che ne hanno minato la segretezza. La teoria dice che i nomi dovrebbero essere preservati dall’Auditel stessa mentre Nielsen dovrebbe gestire solo codici non riconducibili all’anagrafe. Peccato che la famiglia XY sia stata contattata direttamente sul cellulare per la richiesta di partecipazione, con nome e cognome. È vero che esiste un codice famiglia ma le comunicazioni arrivano via posta tradizionale con nome, cognome e indirizzo. In soldoni Nielsen, società privata che visto il proprio business avrebbe anche dei potenziali conflitti di interessi, sa tutto.
Un’altra eccezione? La ciliegina sulla torta è che la famiglia XY era stata già contattata anni fa per fare parte del panel (al tempo aveva declinato). Essere pescati due volte su 60 milioni di abitanti è una bella casualità da fare impazzire gli amanti del calcolo delle probabilità. Il mistero del telecomando fantasma e le falle nell’anonimato si sommano alle domande dell’«Audigate »: quali email hanno inquinato il panel dato che le famiglie vengono contattate tramite posta analogica? Chi aveva accesso a queste mailing list? Chi ne garantisce la segretezza? Di quante email stiamo parlando? Grattacapi a realtà aumentata per il board Auditel di mercoledì.

Torna in alto