ANDREA CAMILLERI: “L’ALTRA METÀ DEL CIELO? MACCHÉ, SONO L’UNIVERSO INTERO”

Andranno in onda dal 29 agosto su RaiUno, subito dopo il Tg, dieci film brevi tratti dal libro dello scrittore siciliano. Un esperimento per televisione e web: “Ho cercato di coglierne gli aspetti più segreti, ma alla resa dei conti è come se avessi fatto un buco nell’acqua”

camilleriANDREA Camilleri di donne ha scritto molto, sempre. Anche nelle avventure del commissario Montalbano, che hanno in primo piano gli uomini, le figure femminili hanno un peso. Dall’eterna fidanzata Livia, presenza/assenza (“È come se fosse la sua coscienza, e nessuno vorrebbe sposarsi con la propria coscienza” risponde sorridendo lo scrittore a chi chiede lumi sul rapporto a distanza senza sviluppi), alle creature che sfiorano il commissario: maestre, mogli, vedove, avventuriere, amiche (Ingrid), colleghe (le giovani seduttrici, come nel racconto La vampa d’agosto, e in quell’occasione lo sventurato risponde). Ma Donne, il libro che ha ispirato la collezione dei corti di RaiUno, è diverso: ben 39 protagoniste attraversano la Storia, dalla guerra ai salotti, fermando l’emozione di un attimo irripetibile. Un catalogo di donne dalla A alla Z venato d’ironia, in cui Camilleri regala figure memorabili come la prostituta socialista Oriana (interpretata da Nicole Grimaudo), che nella casa di tolleranza, secondo le voci del paese grazie alla sua ars amatoria, fa secco un fascista.
Camilleri, perché due anni fa decise di scrivere un libro sulle donne?
“Forse perché è un libro scritto in età molto matura quando cominci a porti delle domande. È un’età in cui ti ritrovi a vivere spesso anche di ricordi. Mi è venuto quasi spontaneo scrivere un libro sulle donne che ho conosciuto, di cui ho sentito parlare o di quelle che nella letteratura mi hanno particolarmente colpito. C’è da aggiungere che non si tratta di racconti ma piuttosto di schede narrative disposte in ordine alfabetico”.
Le donne nei racconti sono figure magnetiche. Nella sua vita, che ruolo hanno avuto?
“Come ho appena detto non si tratta solo di donne che ho incontrato nella vita reale. E forse sono proprio quelle che di cui ho solo letto che hanno realmente influito sulla mia esistenza. Sembra un paradosso ma è così”.
Pensa a qualcuna in particolare?
“Mi riferisco in modo particolare all’Angelica dell’Ariosto o alla Winnie di Beckett”.
Cosa la colpisce di più in una donna?
“Naturalmente sono attratto da una donna appena la sento parlare. Mi affascina il grado di intelligenza, la capacità nel capire immediatamente i problemi e le cose e soprattutto il modo di affrontarli. La prima cosa che mi colpisce invece fisicamente, è lo sguardo”.
Molti personaggi sono, per così dire, seduttrici involontarie, esercitano un fascino segreto su chi le incontra: da bambino, ragazzo, adulto, com’è cambiato il suo sguardo sulle donne?
“Il mio sguardo non è mai cambiato. Né il mio modo di considerarle. Per me non sono l’altra metà del cielo ma l’intero universo”.
E alla fine cos’ha capito?
“Cercare di capire l’intero universo è impresa impossibile. Io ho cercato di coglierne anche gli aspetti più segreti e nascosti ma alla resa dei conti è come se avessi fatto un buco nell’acqua”.
Sua madre, sua moglie, le sue figlie, la nipote: l’universo femminile l’ha incuriosita o si è mai sentito intimorito?
“Mai intimorito dall’universo femminile! L’universo femminile mi ha accolto con benevolenza e generosità. La mia famiglia composta solo di donne è sempre stato per me motivo di grande orgoglio e assai frequentemente come una coltre di lana protettiva durante le notti gelide”.
È più difficile raccontare i personaggi femminili o maschili?
“È più difficile raccontare i personaggi femminili, appunto, per la loro complessità. Anche il maschio più psicologicamente contorto mostra sempre delle falle nella sua corazzatura. Il metallo che costituisce la corazza femminile forse proviene da un altro mondo tanto è inviolabile”.

Silvia Fumarola, La Repubblica

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