La corsa mi ha insegnato che l’unico limite che abbiamo siamo noi stessi

Sto correndo. Ok, ce la faccio. Tanto Anita non si aspetta niente da me. Con calma, ci provo. Aspetta… no, scherzavo, non ce la faccio. Fermi tutti, non respiro.

«Anita, quanto abbiamo fatto?» ansimando.

«Un minuto e mezzo. Continua a camminare, non fermarti.»

Nei suoi occhi scorgevo determinazione. Anita, la mia coach, quel giorno aveva già deciso che ce l’avrei fatta. Incredibile pensare che in quel momento ci credeva solo lei. A me correre un altro minuto sembrava una tortura. Eppure, di volta in volta, spingendomi sempre un po’ oltre il limite precedente, sono riuscita a raggiungere degli obiettivi che non mi sarei mai sognata di pormi.

Posso fermamente dire che lo sport mi abbia cambiato la vita in meglio. Mi ha aiutata ad amarmi veramente. Ogni giorno è una sfida con te stesso, contro lo sforzo che sembra insuperabile, ma ti stimola e rigenera. Lo sport ti insegna a stare bene nella tua pelle in una società in cui siamo costantemente portati a fare il contrario.

Non è stato un processo facile. Guardando indietro sicuramente molto di ciò che mi ha più cambiata è avvenuto senza che me ne accorgessi, come una conseguenza a tutto il resto. Prima della corsa la dieta era un miraggio lontano, una di quelle cose che leggi sui meme online e ti ci rivedi. Da adolescente tornavo dalle serate e il mio spuntino di punta erano le forme di brie intere. Non avevo nessuna intenzione di cambiare quella parte della mia vita. Eppure, è successo. La sveglia delle 5:30 per allenarmi prima di affrontare una giornata lavorativa non me la sarei sognata neanche nel peggior incubo. Ed eccomi qua a farlo quasi tutte le settimane.

Da quando faccio sport la mia visione della vita, in generale, è cambiata completamente. Non so per quale ragione, ma forse il fatto di aver iniziato a prendermi cura di me stessa mi ha aiutata anche a tagliare i contorni superflui. Ho perso tante conoscenze e abitudini che prima mi sembravano fondamentali, smesso di avere sempre bisogno di uscire, bere, trasgredire… e pian piano le priorità si sono fatte sempre più chiare. Così, improvvisamente, agli occhi degli altri la persona che eri prima non esiste più. Invece non è vero. E se solo riuscissero a vedere veramente vedrebbero che sei sempre la stessa, solo più consapevole, determinata e motivata.

Un’altra cosa che sento spesso è «ma come hai fatto a fare un cambiamento così?» e la verità è che non lo so bene neanche io. Se dovessi riassumere tutto a qualcosa direi la sensazione che provo dopo aver fatto la doccia post allenamento. Una sensazione che è difficile da spiegare perché è unica nel suo genere, come un’esplosione di energia. Nulla viene senza sacrificio, però. Quando si hanno tanti impegni è difficile mantenere la costanza che, tra l’altro, ho testato sulla mia pelle essere il modo principale per vedere dei risultati. Un altro modo è trovare una linea guida da seguire.

Io ho avuto coach Anita il primo periodo, ma poi mi sono trovata a volermi allenare anche per conto mio e l’applicazione Nike Run Club mi ha aiutata tantissimo. Oltre a tracciare ogni cosa e quindi ad aiutarti a battere i tuoi stessi limiti, offre una vastissima gamma di corse audio guidate. Cosa sono? Una collezione fighissima di coach e personaggi che ti accompagnano nella faticosa impresa di sfidarsi, in base alla necessità. Ti raccontano storie e danno ottimi consigli per affrontare la corsa nel migliore dei modi. Consapevolmente. E se non bastasse, c’è anche una sezione che ti aiuta a migliorarti creandoti un programma di allenamento personalizzato in base agli obiettivi che vuoi raggiungere.

Prima del lockdown mi stavo preparando per correre ben 21 chilometri senza fermarmi. Una sfida con me stessa decisamente degna di nota. Devo ammettere che più di una volta ho pensato di aver posto l’asticella troppo in alto rispetto alle mie capacità ma si sa, con la corsa è così: un giorno ti senti il numero uno e quello dopo (e forse quello dopo ancora) sei una schiappa. Un’altalena di emozioni e motivazione. Poi è arrivata la quarantena e inevitabilmente, come tutti, mi sono dovuta “fermare” (fermare solo in distanza però, visto che senza accorgermene ho creato un’infinità di amanti dell’allenamento e non ho saltato un giorno di workout in diretta su Instagram).

La corsa mi è mancata più di tutto perché è la traduzione sportiva della parola libertà. Durante questo periodo di reclusione credo che tutti abbiano rivalutato le priorità, almeno momentaneamente, e ci sono state giornate in cui avrei dato qualsiasi cosa pur di poter fare una corsetta defaticante. Quando finalmente è stato dato il via libera ho aspettato di avere qualche feedback da parte di amici runner (per poter andare con le dovute precauzioni. Sì, sono una fifona!).

La mia prima corsa dopo la quarantena è stata un successo, sono partita con le aspettative azzerate e invece sono riuscita a godermi quella sensazione meravigliosa di poter finalmente rullare la mia scarpa da corsa sul prato, sull’asfalto e poi sulla ghiaia. Senza pensare ai chilometri, al tempo, al dolore (ok, forse quello un pochino, ma poco giuro!) ma semplicemente amando ogni respiro affannato, ogni ape tra i capelli e ogni pensiero di mollare tutto (i pensieri di sconfitta sono il mio compagno essenziale a ogni allenamento!)

Consiglio a tutti quelli che si vogliono avvicinare allo sport di farlo con la corsa perché lei non permette scuse. È una gara a chi ride prima. Ci sei solo tu e la tua mente che, se sei come me, non ti si libererà improvvisamente facendoti meditare durante l’allenamento come dicono molti, bensì farà di tutto per farti mollare. Sarà un susseguirsi di «non ci riesco», «mi fa male la milza», «e qua perché mi fa male?», «quanto manca?» che dovrai combattere ponendoti un obiettivo e mettendocela tutta per arrivare alla fine. Così, un po’ alla volta, ti insegnerà anche a vivere meglio, liberandoti di quella parte di te che ti frena perché ti dice che non ce la farai, come nella corsa anche nella vita.

Perché alla fine l’unico limite siamo noi stessi.

VanityFair

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