Simona Ventura a #Cartabianca: «Io, fra blatte, Isola e Gasparri»

Ospite di #Cartabianca, Simona Ventura parla di Selfie («non è trash, è pop e molto bello»), delle «blatte» del mondo dello spettacolo e del suo primo amore: l’Isola dei Famosi

«Io ho iniziato sul cubo ai tempi. Ero una vecchia cubista», esordisce Simona Ventura accomodandosi sulla poltrona-cubo di #Cartabianca, il programma di approfondimento condotto da Bianca Berlinguer su Raitre. Camicia bianca, pantaloni neri a vita alta, unghie smaltate di rosso e tanta voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «A me piace fare la tv pop e non penso che Selfie sia un programma trash. Non ho questo razzismo intellettuale per cui c’è la cosa trash e poi la cosa altissima.
Non confondetelo, però, con Pomeriggio Cinque: «Noi non speculiamo sulle persone che chiedono aiuto», sottolinea Simona prendendo le distanze da Barbara D’Urso e dalla sua tv. Le blatte, così come le aveva definite anni fa alle Invasioni Barbariche, d’altronde, ci sono e ci saranno sempre: «È chiaro chi sono. Son sempre quelle e quelle rimangono», afferma Simona che sfata il mito della solidarietà fra donne del mondo dello spettacolo. «Proprio perché la solidarietà è rara in questo ambiente ho deciso di scrivere un tweet per la mia collega Paola Perego e dire che stavo con lei, al di la delle cose che sono successe. Le è stata fatta una cosa non giusta ed è giusto che io lo dica».
Spazio anche ai tempi che furono, soprattutto a quella telefonata di Maurizio Gasparri in una puntata del suo Quelli che il calcio che tanto scalpore suscitò fra i giornali e fra il pubblico: «C’era un grandissimo razzismo intellettuale da parte dei giornaloni nei miei confronti e, dopo quella cosa, non si sa come mai è stato tutto un complimento. E quindi devo ringraziare Gasparri perché ci ha fatti diventare una trasmissione di riferimento». Ma il primo amore non si scorda mai e ha il nome dell’Isola dei Famosi. «I reality esplodono in seconda serata e quell’anno ci fecero sfumare alle 23.30. Avevo subodorato che la Rai volesse chiudere l’Isola, ma non volevo che la scusa che avrebbero usato fossero i bassi ascolti, così ho preso e sono andata là. I reality sono un genere che funziona ancora in tutto il mondo. Adesso qualche politico di sinistra lo prenderei. Potrebbe fare una grande Isola, se la facessi ancora…».

Vanity Fair

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