Sarabanda, il ritorno: l’esagerazione di Enrico Papi

La prima puntata della nuova edizione di Sarabanda diventa un Enrico-Papi-show, e la nostalgia cede il posto al protagonismo del conduttore

Non doveva essere un’operazione nostalgia. O, per lo meno, questo è ciò che ci aveva detto Enrico Papi alla vigilia del debutto del nuovo Sarabanda, lo storico quiz musicale di Italia 1 tornato in prima serata a vent’anni dalla prima puntata. Eppure, qualcosa di nostalgico inevitabilmente c’è. Dallo studio un po’ lugubre ai ballerini che ammiccano sul palco; dai quattro campionissimi delle passate edizioni alle basi in midi. È strano, però, che il punto debole del nuovo Sarabanda sia, per contrappasso, proprio il suo padrone di casa: Enrico Papi.
La prima puntata della nuova edizione di Sarabanda diventa un Enrico-Papi-show, e la nostalgia cede il posto al protagonismo del conduttore
Non doveva essere un’operazione nostalgia. O, per lo meno, questo è ciò che ci aveva detto Enrico Papi alla vigilia del debutto del nuovo Sarabanda, lo storico quiz musicale di Italia 1 tornato in prima serata a vent’anni dalla prima puntata. Eppure, qualcosa di nostalgico inevitabilmente c’è. Dallo studio un po’ lugubre ai ballerini che ammiccano sul palco; dai quattro campionissimi delle passate edizioni alle basi in midi. È strano, però, che il punto debole del nuovo Sarabanda sia, per contrappasso, proprio il suo padrone di casa: Enrico Papi.
La diretta e la durata fiume (dalle 21 fino a mezzanotte inoltrata) non aiutano e a rimettercene è soprattutto il ritmo, appesantito dalle interazioni (inutili) con la Social Room e da concorrenti che, causa emozione, non indovinano nemmeno Azzurro di Domenico Modugno. Insomma, ai più nostalgici non resta che consolarsi con Coccolinella, Allegria e, soprattutto, l’Uomo Gatto: sono loro a restituire l’autenticità più sincera al nuovo Sarabanda. Autenticità che sarebbe stata garantita anche da Papi se solo avesse deciso di non strafare.

VanityFair

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