Ezio Bosso, un anno dopo le ceneri al Monumentale di Torino

“Bisogna lasciarsi guidare dalla musica, perché è in grado di lenire tutti i dolori”. Pochi mesi prima di morire, Ezio Bosso affidava alle note il compito di guarire le ferite della vita.

Un pensiero ricorrente per i suoi fan, che dal 14 maggio – nel primo anniversario della morte del maestro – potranno rendergli omaggio al Cimitero Monumentale di Torino, sua città natale.

Scomparso all’età di 49 anni nella notte del 14 maggio scorso per il naturale aggravarsi delle sue patologie, Bosso non ha mai avuto un momento di saluto corale e pubblico, dato il perdurare della pandemia e la paura di assembramenti. Da domani chiunque potrà rivolgergli un saluto, nel rispetto delle misure anti Covid e della quiete del cimitero che da oggi ospita l’urna. “La musica è la mia terapia”, diceva l’artista, che aveva continuato a comporre nonostante la malattia.

La sua musica continua infatti a vivere e lo confermerà il concerto cameristico di sabato 15 maggio, al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, sotto l’egida del ministero della Cultura, in presenza e in streaming sui canali della Direzione Musei Statali della città di Roma. Da un anno la famiglia Bosso – che sostiene ogni iniziativa ufficiale dedicata all’artista – sta completando la pubblicazione dei testi, dei pensieri e della musica del maestro, con l’obiettivo di consegnare il corpus delle sue opere al pubblico e alla storia del percorso culturale e intellettuale di un musicista che ha di certo travalicato i confini propriamente detti della sua professione.

Oltre al cofanetto che ricapitola tutte le sue registrazioni discografiche pubblicate in vita, la seconda tappa di questo percorso è il volume ‘Faccio Musica’, che raccoglie i suoi testi più intensi, inediti o parzialmente inediti, degli ultimi quattro anni di lavoro e riflessione. Da oggi sono disponibili i primi due volumi di musiche per pianoforte, cui seguiranno da settembre tutte le partiture delle sue opere musicali più note.

ANSA

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